CONCEZIONI

di allievi e insegnanti

Il modello di insegnamento soggiacente le nostre proposte attribuisce una posizione centrale alla idea di educazione come sviluppo ad un tempo personale e sociale di idee e atteggiamenti in rapporto alla matematica. La matematica, le sue idee e i suoi concetti diventano un tema comune di riflessione e di discussione nella pratica didattica; il rapporto tra i concetti matematici il vissuto di allievi ed insegnanti, fuori e dentro la classe, prima e durante il percorso formativo, costituiscono dunque un elemento chiave dell’attività educativa. In questo senso il riferimento al pensiero degli allievi ci sembra non possa e non debba essere separato da quello dell’insegnante.

L’idea stessa di campo di esperienza e il suo funzionamento come elemento del sistema didattico coinvolgono in modo diretto e globale la rappresentazione del mondo e del sapere matematico che i diversi attori hanno.

Le idee che ci facciamo del mondo e dei sui fenomeni dipendono da molti contesti di vita diversi; alcune sono direttamente legate all’esperienza personale e diretta con l’ambiente materiale in cui si vive; altre piuttosto, ricalcano idee espresse da altri — in famiglia, dai coetanei, alla televisione…- ; altre infine sono il prodotto dell’intervento scolastico o comunque di insegnamento. I diversi contributi influiscono in modo diverso, ma comunque congiuntamente, sul modo di pensare e di agire di ciascuno. In questo senso sia l’allievo che entra nel mondo della scuola che quello che ormai ci vive, dispongono di un bagaglio ben strutturato di idee riguardanti in modo diretto ed indiretto la matematica e le scienze in genere. Diventa allora irrinunciabile per l’insegnante mettersi in sintonia con tale sistema di idee e mantenere tale sintonia nel processo educativo, con l’obiettivo di favorirne lo sviluppo secondo ben chiari obiettivi educativi.

La ricerca nel campo della formazione e l’apprendimento dei concetti - in relazione o meno alla matematica - ha permesso di descrivere ed interpretare un vasto panorama di sistemi di idee, che chiamiamo concezioni).

Tanti sono i possibili modi di classificare tali concezioni, tra questi uno per noi certamente interessante è quello che consiste nel distinguere le concezioni tra quelle che in qualche modo fanno riferimento al sapere scientifico (inteso come sistema di conoscenze accreditate all’interno della comunità scientifica) e quelle che ad esso sono estranee. Di solito le prime sono dette scientifiche e le seconde di senso comune (per una lettura approfondita e ricca di spunti rimandiamo al libro di G. Cavallini citato al fondo.

Il rapporto tra concezioni scientifiche e quelle di senso comune può essere vario; da una completa separazione ad una completa integrazione. In particolare, anche per uno stesso soggetto può essere che le concezioni mobilitate nella pratica quotidiana risultino completamente diverse, da quelle mobilitate nella soluzione di un problema scolastico.

L’insegnante si trova dunque di fronte al problema, estremamente delicato, di mettere in relazione e promuovere lo sviluppo delle concezioni di senso comune dei propri allievi, avendo come obiettivo l’integrazione di queste con le concezioni scientifiche accreditate nella comunità degli esperti. Diventa allora cruciale la possibilità per l’insegnante di individuare e confrontare le diverse concezioni dei propri allievi. Il lavoro di analisi e classificazione delle concezioni degli allievi rappresenta un elemento importante dell’attività didattica; certamente costituisce un momento importante nella fase di preparazione delle attività finalizzate alla costruzione sociale del sapere, in particolare di discussione collettiva.

Il divario tra concezioni scientifiche e di senso comune può essere più o meno grande, ma soprattutto la percezione di tale divario può non risultare immediata. Un elemento fondamentale che determina la complessità di questo compito è costituito dalla necessità, ma allo stesso tempo dalla difficoltà, per l’insegnante di prendere coscienza delle proprie concezioni rispetto al sapere in gioco.

Infine, un’ultima osservazione ci sembra necessaria: le concezioni che riguardano un elemento specifico del sapere in gioco (ad esempio l’idea di angolo o quella di operazione aritmetica) non possono essere disgiunte dalle concezioni più generali che riguardano la matematica nel suo complesso, sia come disciplina scientifica che come materia scolastica. In questo senso, sembra necessario riflettere attentamente sul fatto che la formazione matematica non può muoversi soltanto lungo l’asse dello sviluppo di conoscenze, in particolare conoscenze legate alla capacità di soluzione ‘corretta’ di problemi. Infatti, l’intervento educativo dovrebbe completarsi nello sviluppo di atteggiamenti e convinzioni riguardanti il senso ed il ruolo della matematica nella cultura ed in particolare, nel sistema di saperi che l’umanità nella sua storia ha prodotto.

RIFERIMENT0 BIBLIOGRAFIC0:

Cavallini, G.: 1995, La formazione dei concetti scientifici. Senso comune, scienza, apprendimento. La Nuova Italia, Firenze.