L'insegnante chiede ai ragazzi di stendere una relazione in cui confrontano
le diverse situazioni affrontate, mettendone in evidenza analogie/differenze.
Le risposte più significative guideranno una discussione
finale per riprendere e completare il lavoro di confronto
delle diverse situazioni, iniziato nell'attività B2 (vedi B2
per l'insegnante).
La sintesi può essere del tipo:
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oggetto
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armadio
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aula/corridoio
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Differenze |
possibilità di scegliere il punto
di vista |
punto di vista assegnato |
possibilità di scegliere il punto
di vista |
possibilità di più rappresentazioni
da più punti di vista, per comunicare meglio i significati |
unica rappresentazione |
unica rappresentazione |
disegnare per far riconoscere l'oggetto |
disegnare per far riconoscere la posizione
dell'osservatore |
disegnare per "fotografare"
un ambiente |
oggetto che rientra tutto nel campo visivo
dell'osservatore |
oggetto che rientra tutto nel campo visivo
dell'osservatore |
oggetto che non rientra tutto nel campo
visivo dell'osservatore |
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Analogie
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rappresentazione per comunicare significati oggettivi,
quindi scelta delle informazioni da comunicare
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differenze tra quello che so-vedo e quello che rappresento;
dinamiche mentali: spaziali, temporali, produttore/lettore
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problemi che dipendono dalla scelta del punto di
vista:
"parti visibili", "assemblaggio", stereotipo,
ambiguità di produzione/interpretazione
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individuazione/applicazione di strategie per attuare
in modo corretto il passaggio dallo spazio osservato al piano del
foglio
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consapevolezza della necessità
di scegliere sistemi di riferimento intuitivi |
consapevolezza dell'importanza dell'esplorazione
dinamica di una situazione e della necessità di individuare
un particolare stato dell'esplorazione (fermo-immagine),
adatto alla soluzione del problema in esame.
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Notiamo quindi che le diverse attività
mettono a fuoco le principali dinamiche mentali e i principali problemi
di rappresentazione.
Le situazioni differiscono per ricchezza di problematiche ma, mentre le
difficoltà di rappresentazione aumentano, le dinamiche che emergono
sono sempre della stessa natura: dinamiche spaziali, dinamiche temporali,
dinamiche produttore/lettore (per saperne di più vai al bottone
dinamiche mentali
della Home del progetto).
Dall'analisi delle attività didattiche svolte sembra che le difficoltà
profonde relative alla rappresentazione piana dello spazio dipendano
anche: dalla modellizzazione della realtà che i ragazzi
hanno acquisito nell'esperienza quotidiana e in attività didattiche
precedenti; dall'incapacità di stabilire relazioni e rapporti
tra gli oggetti, se non facendo riferimento alla propria persona o
ad esperienze precedenti; soprattutto dalla scarsa consapevolezza dei
processi mentali che intervengono durante la costruzione e l'interpretazione
di rappresentazioni della realtà.
Quindi su un piano formativo
più generale, la rappresentazione dello spazio può
dare un contributo allo sviluppo di forme importanti di pensiero (generazione
di ipotesi, progettualità, risoluzione di problemi, metacognizione,
confronto/verifica di risultati, ...).
In quest'ottica risulta notevolmente accresciuta l'importanza della
rappresentazione piana delle situazioni spaziali nella formazione
intellettuale degli allievi.
Dai risultati ottenuti finora, sembra di poter affermare che la produzione
di disegni finalizzata alla soluzione di problemi di comunicazione e associata
alla ricerca della modellizzazione geometrica, sia una via significativa
per rendere i ragazzi consapevoli delle loro difficoltà, per aiutarli
a esplicitare le regole "nascoste" che utilizzano nella codificazione
delle immagini e per tentare di dar loro una chiave di lettura corretta
della realtà.
Il dover vedere se stessi in trasformazioni spazio-temporali (vado
verso l'oggetto, me ne allontano, ruoto, vado più in alto) può
consentire una più profonda comprensione degli oggetti e della
relatività della conoscenza che di essi abbiamo. Gli oggetti non
sono più caratterizzati solo da una forma e una misura, ma hanno
la forma del posto che occupano e la forma e le dimensioni apparenti delle
loro possibili posizioni rispetto a un osservatore.
Per raggiungere questi obiettivi sul maggior numero
possibile di alunni, occorre che l'insegnante curi la costruzione
sociale del sapere: occorre cioè, che curi molto le attività
di formulazione di ipotesi, di verbalizzazione, di socializzazione e discussione
dei protocolli. In questo modo, attraverso il confronto e l'immedesimazione
dei bambini nelle soluzioni e nei processi di pensiero altrui,
tutti possono arricchire i propri e accrescere la capacità di metterli
in relazione.
È bene che l'insegnante
concluda l'Unità di Lavoro ripercorrendola con
la classe per riepilogare i diversi punti di vista
da cui è stato analizzato il disegno (il disegno e le dinamiche
mentali, il disegno come problema, il disegno come progetto), sottolineando
che tali aspetti sono strettamente intrecciati tra loro:
1) Il disegno e le dinamiche mentali.
E' necessario che gli alunni capiscano che ciò che si vede è
comunque una rappresentazione mentale della realtà e che per
disegnare con lo scopo di comunicare significati oggettivi (forma, funzione,
posizione, ...) occorre saper isolare tale rappresentazione dalle numerose
immagini mentali che il soggetto può liberamente creare della realtà
stessa.
Infatti, prima di disegnare, l'alunno compie un'esplorazione dinamica
della situazione, attivando numerose dinamiche spazio-temporali e, per
disegnare "bene", occorre che sappia compiere un opportuno "fermo-immagine".
Questo processo è aiutato anche da un continuo scambio tra i ruoli
produttore/lettore che porta ad una integrazione e un arricchimento
progressivo delle immagini mentali o grafiche. Esse diventano via
via più complete e meglio organizzate, fino ad essere collocate
in uno spazio e in un tempo determinato, assicurando la coerenza di ciò
che viene rappresentato sul foglio.
Due disegni corretti possono variare solo per elementi "estetici";
ma devono tener conto di tratti caratteristici, proprietà, nessi
logici fondamentali, coerenza spaziale e temporale su cui si basano le
possibilità di decodificare l'immagine.
2) Il disegno come problema.
Le attività svolte hanno avviato in modo motivato riflessioni e
discussioni su alcuni aspetti nodali della rappresentazione intesa come
soluzione di un problema.
È bene che la classe giunga a capire che anche
un disegno è un problema e per risolverlo in modo "corretto",
occorre anche saper:
- individuare/scegliere le caratteristiche essenziali
dell'oggetto/situazione da rappresentare in funzione del significato
da comunicare e della finalità della rappresentazione (dati
del problema)
- individuare/scegliere il punto di vista più
opportuno e fare attenzione ad ambiguità di rappresentazione
al fine di comunicare significati corretti (processo risolutivo)
- individuare/scegliere le informazioni da comunicare,
consapevoli dell'impossibilità di dare tutte le informazioni
possibili con una sola rappresentazione (pluralità delle soluzioni)
- leggere criticamente/controllare la produzione,
evidenziando eventuali errori (interpretazione/controllo/scelta delle
soluzioni)
3) Il disegno come progetto.
La rappresentazione piana di situazioni spaziali richiede una complessa
attività di progettazione, nella quale la qualità
del pensiero che si forma dipende anche dalla capacità di comporre
gradualmente ricordi, tracce percettive, conoscenze su proprietà
dell'oggetto o della situazione da rappresentare in un discorso coerente
(attraverso movimenti immaginati attorno all'oggetto da rappresentare
o nello spazio in cui l'osservatore si trova/immagina se stesso) e in
un progetto di disegno eseguibile.
In tale attività schizzi, disegni parziali,... sono tracce
esterne dell'elaborazione mentale del progetto e possono assumere un importante
ruolo di riferimento per lo sviluppo del progetto sia come elementi su
cui l'allievo può sviluppare la sua riflessione, sia come elementi
che consentono all'insegnante di realizzare un intervento sul progetto
dell'alunno.
La maggior parte degli alunni, infatti, inizia il progetto con
un disegno particolarmente semplice e lo corregge sulla base delle riflessioni
che tale primo prodotto gli ha stimolato (dinamica produttore/lettore);
la rappresentazione della situazione esaminata non è quindi stabilita
in anticipo e una volta per tutte, ma viene corretta, modificata, migliorata
in itinere.
Solo pochissimi riescono a realizzare un primo disegno molto vicino a
quello finale, in questo caso gli adeguamenti sono avvenuti interiormente.
Nel corso delle attività dovrà emergere
anche l'intreccio tra tutti questi punti.
Abbiamo visto che un problema di rappresentazione dello spazio attiva
dinamiche mentali spazio-temporali, che mettono in relazione percezioni,
immagini evocate, concetti, proprietà, ...; la capacità
di progettare un disegno, dipende anche dalla quantità e qualità
delle dinamiche mentali che il soggetto attiva; dalle immagini mentali
associate a tali dinamiche e dalla capacità di porle in relazione
tra loro (anche con domande autopposte, eteroposte,...).
Ai fini della realizzazione di un disegno "valido" occorre quindi
saper operare delle selezioni e altresì saper coordinare opportunamente
i vari elementi selezionati.
Non tutte le relazioni individuate sono però sempre pertinenti
al problema da risolvere o possono essere tradotte in simboli grafici.
Il
percorso proposto può essere ampliato prendendo
in considerazione anche ambienti aperti e proponendo la rappresentazione
di edifici ("Che cosa si vede dalla finestra dell'aula?") o
di percorsi del tipo casa-scuola vedi .
Anche in queste situazioni, si ripresentano problemi noti.
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