B1 b). ... per l'insegnante

Il metodo di Galileo ed il caso della molla doppia

La voce è quella di Galileo e l’eco è funzionale non all’acquisizione di una teoria, ma all’interiorizzazione di una forma dialogica-argomentativa.
Questa attività si situa in III media al termine dell’unità didattica “molle” (http://www5.indire.it:8080/set/set_modelli/UL/A/modAmat/pres.html) ed in particolare dopo le seguenti fasi:

1. produzione di argomentate ipotesi individuali relative alla situazione problematica:
“abbiamo due molle costruite con lo stesso materiale e stesso diametro di spira, ma la lunghezza iniziale è diversa, una è il doppio dell’altra. Come sarà l’allungamento della molla doppia? ”
Le ipotesi che dividono la classe sono le seguenti:

  • le due molle producono lo stesso allungamento
  • la molla doppia produce allungamento doppio

2. discussione in classe sulle ipotesi prodotte

3. esperienza

4. analisi dell’esperienza svolta e riflessione sulle argomentazioni portate a sostegno delle due ipotesi alla luce del risultato dell’esperienza

L’insegnante richiede la produzione di un dialogo alla maniera di Galileo con la seguente consegna: “Immaginando di essere Galileo, scrivi un dialogo per spiegare il fenomeno della molla doppia; i personaggi del dialogo sono:
Salviati, nel quale ti devi identificare, che sostiene e motiva che la molla doppia si allunga del doppio
Simplicio, che sostiene che l’allungamento delle due molle è lo stesso
Sagredo, che vuole capire come si allunga la molla doppia”

Gli allievi, per svolgere la consegna, devono riorganizzare le conoscenze acquisite, prenderne la distanza, riflettere, alla luce del modo di pensare dei due antagonisti, su come si è evoluto il pensiero della classe durante il percorso didattico ed individuare la contraddizione logica nelle argomentazioni portate a favore dell’ipotesi che nella realtà non si è realizzata.
Il riferimento è il brano di Galileo relativo alla confutazione dell’ipotesi di Aristotele (che gli allievi hanno analizzato durante il percorso di “caduta dei gravi” nella scheda 5) in cui Salviati riprende gli argomenti di Simplicio, li rielabora nel quadro delle posizioni teoriche di Simplicio fino a pervenire ad una contraddizione logica. Questa forma argomentativa non è altro che la struttura del dialogo interno che si deve mettere in opera quando si vuole contestare la posizione di qualcuno, quando si costruisce un contro-esempio o quando si mette in discussione la validità di un modello matematico. E’ quindi una forma argomentativa che è importante riuscire ad interiorizzare.

Certamente è un’attività “alta” di metacognizione. Non tutti gli allievi riescono a produrre testi dialogici creativi ed al modo di Galileo, pochi inseriscono nel dialogo la contraddizione, però anche chi non ha saputo seguire il copione o non ne ha capito la struttura, riesce a comprendere meglio la strategia dialogica di Galileo e può iniziare ad interiorizzarla durante le fasi successive del lavoro che consistono in: lettura dei dialoghi “riusciti”, spiegazione, da parte degli autori, di come si è arrivati ad essi ed ulteriore discussione sullo “stile” di Galileo.

Esempio di testo senza gli aspetti dialogici - Sara
Esempio di testo con aspetti dialogici - Zouhair
Esempio di testo con contraddizione logica - Francesco