VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEL PIANO DI LAVORO

 

    Il piano di lavoro della classe V ha ormai raggiunto un assetto soddisfacente per quanto riguarda le sue finalità (di coronamento e sintesi dei filoni tematici e degli indirizzi formativi del progetto, di revisione, approfondimento e completamento dei  principali obiettivi disciplinari  della scuola elementare e di  raccordo con  la scuola media)  e per quanto riguarda  la  produttività del lavoro in classe. E' necessario però che il problema del raccordo con la scuola media, troppo spesso vissuto in modo subalterno e abbastanza "irrazionale" da molti  maestri, non limiti lo sviluppo del piano di lavoro. Infatti l'ansia di  "preparare i bambini per la scuola media" produce degli effetti molto negativi riguardo ai seguenti punti:

- grammatica: il lavoro su dettagli tecnici e nozioni  di scarso o nullo valore per l'aumento delle capacità di produzione e comprensione dei testi  (classificazioni degli aggettivi, dei nomi, ecc.)  sottrae tempo prezioso  al  lavoro necessario per completare le basi della riflessione linguistica sugli aspetti logici  e di struttura del testo più impegnativi ( articoli; congiunzioni  "e"  ed  "o"; frasi reggenti e subordinate, periodo ipotetico...); è vero d'altra parte che non è facile per i maestri  svolgere efficacemente  la riflessione linguistica su questi aspetti, per cui certe attività più tradizionali e facili assumono a volte il significato di soluzione di ripiego rispetto ad attività molto impegnative e prive di una esperienza didattica consolidata!

D'altra parte, è bene che all'uscita dalla scuola elementare i bambini facciano alcune, limitate ma significative esperienze di studio della grammatica "in quanto tale", in modo da ridurre le difficoltà dell'impatto con tale tipo di studio nella scuola media (se gli insegnanti di scuola media non si preoccupano di passare con l'auspicabile gradualità ad esso). Alcune esperienze, realizzate in questi ultimi anni e documentate in questo Rapporto Tecnico (vedi  Linee Metodologiche, pag. p34 ) mostrano come si possono conciliare obiettivi di completamento del lavoro significativo sulla riflessione linguistica  legato ai testi prodotti e letti in classe con obiettivi di approccio al modo di studiare la grammatica  tipico della scuola media;

- aritmetica (operazioni di moltiplicazione e divisione tra numeri decimali, proprietà delle operazioni, parentesi...): trattare in modo formale e del tutto immotivato tali argomenti sottrae tempo utile per svolgere a fondo l'introduzione "significativa" alla moltiplicazione tra i numeri decimali  utilizzando modelli di riferimento come quello del calcolo dell'area  sul foglio di carta millimetrata (vedi  Linee Metodologiche, pag.p58  e poi pag. p72)  e per il lavoro sulle calcolatrici (che consentirebbe di affrontare gli stessi argomenti andando alla radice  del loro significato, e quindi costruendo più solide basi per la continuazione del lavoro sulle "espressioni" nella scuola media: vedi Documentazione, pag. 107  per un approccio significativo alle "espressioni");

- tecnica di calcolo scritto della divisione: introdurre già all'inizio dell'anno la tecnica "latina" e insegnare la divisione con i decimali secondo tale tecnica ha per risultato che i bambini non capiscono il procedimento di calcolo; sarebbe più produttivo invece estendere la tecnica "canadese" (o "siciliana" o "araba" che dir si voglia) di calcolo scritto della divisione ai numeri decimali: ciò risulterebbe facile, comprensibile per i bambini e addirittura proponibile da loro. Come verrà  precisato ed esemplificato  in seguito (vedi pag. p82)  se proprio si ritiene utile farlo, il passaggio alla tecnica "latina" sarebbe opportuno realizzarlo verso la fine dell'anno scolastico, con un lavoro di poche ore ed un po' di esercizi, giustificandolo con l'inutilità di "abbassare tutte le cifre del dividendo" fin dall'inizio;

- geometria: insegnare le formule per il calcolo delle aree di molte figure piane (senza spiegarne l'origine) è chiaramente in alternativa a far ricavare ai bambini le formule delle figure più comuni  con il metodo della triangolazione (vedi  Documentazione,  da pag. 44; Linee Metodologiche, pag. p63)

- storia, geografia: la preoccupazione di svolgere un programma "completo" di storia e geografia (che verrà peraltro svolto nella scuola media!) può sottrarre tempo prezioso al lavoro di avvio alla comprensione di testi storici  e geografici, di concettualizzazione storica, e di apprendimento dell'uso autonomo di strumenti geografici (atlante, carte tematiche...)

     D'altra parte, proprio perchè di solito non viene condotta una analisi approfondita delle difficoltà reali che i bambini incontrano nella scuola media, ma ci si limita ad aspetti solo superficiali, non vengono curate a fondo alcune capacità che sarebbe necessario sviluppare proprio nella classe V, basandosi su una maggiore maturità dei bambini, in particolare:

- autonomia nello studio a casa e nel lavoro in classe (il che vuol dire "sapersela cavare senza aspettare gli incoraggiamenti o i consigli dell'insegnante"). Una delle cose che lamentano molti bambini che entrano nella scuola media è che essi vengono abbandonati a se stessi nello studio di argomenti impegnativi di storia, geografia, scienze, ...("studiare da pag... a pag....")  e nello svolgimento di compiti complessi. Questo è indice di una difficoltà a "cavarsela da soli" su cui verso la fine della scuola elementare sarebbe necessario intervenire in quanto ormai i bambini possono reggere un rapporto con la scuola diverso da quello (necessariamente  protettivo e di continuo sostegno allo sforzo intellettuale) tipico dei primi anni della scuola elementare. "Difficoltà a cavarsela da soli" è in particolare difficoltà (se non si sa una cosa) nel cercare di capire di che cosa si tratta e nel cercare di procurarsi le informazioni occorrenti.

     In proposito si segnala un problema che riguarda la natura delle prove di verifica. Nei primi anni della scuola elementare può essere rassicurante per i bambini (anche se ci sono dei dubbi in proposito!) che le prove di verifica siano sempre strettamente collegate agli argomenti svolti in classe in modo esteso ed esplicito. Con il passare degli anni però sarebbe bene che il bambino gradualmente imparasse, nel lavoro scolastico, a far uso del buon senso, delle conoscenze extrascolastiche, delle informazioni  fornite "tra le righe" e ad integrare nella sua cultura nozioni scolastiche ed extrascolastiche non esplicitamente "insegnate", e quindi  fosse messo in condizioni di affrontare anche "prove di verifica" (e, in genere, attività) non collegate a quello che si è fatto in classe in modo approfondito ed esplicito.........

- capacità di reggere di fronte a situazioni nuove, più "adulte", nel rapporto con i compagni, con gli insegnanti, con l'ambiente extrascolastico. Anche se molti genitori tendono a "proteggere" i loro figli a lungo, in V (e poi a maggior ragione nella scuola media) i bambini tendono a raggiungere spazi abbastanza ampi di autonomia (luoghi  e persone che possono frequentare da soli, ecc.), d'altra parte alcuni di loro hanno esperienze più "adulte" e le propongono (di solito brutalmente) ai compagni  più "protetti" . Tutto ciò (accanto ai problemi dello sviluppo psicologico e fisiologico) crea tra la fine della scuola elementare e l'inizio della scuola media le prime tensioni, le prime crisi. Il rendimento scolastico di molti bambini nella scuola media è gravemente compromesso proprio da questi problemi (ai quali molti bambini arrivano impreparati) più che dal non sapere cos'è un "aggettivo qualificativo"!

     Un ulteriore problema (strettamente connesso ai precedenti) riguarda l'equilibrio che è bene realizzare in V tra temi di tipo più tradizionale (come "Scoperte geografiche e colonizzazione ", o "Climi e fasce climatiche") e temi  innovativi (come "Uomini, macchine, animali"  o  "Calcolatrici") , tra metodi tradizionali di approccio alle conoscenze (attraverso la lettura di testi espositivi, o l'esposizione  dell'insegnante...)  e metodi  innovativi (come quelli basati sulle attività di "imedesimazione" ed "attualizzazione"   in ambito storico, o sulla costruzione dei problemi, sulla verbalizzazione e sul confronto delle strategie risolutive). Nella classe V è bene che i bambini si familiarizzino con temi e metodi che troveranno estesamente negli anni successivi (non solo perchè "tradizionali", ma anche perchè corrispondenti alla necessità, con individui ormai maturi, di  acquisire in modo rapido  molte conoscenze importanti). Tuttavia occorre evitare esagerazioni in questo  senso (e il piano di lavoro di V nella scelta dei temi e soprattutto nella loro gestione in classe rischia un forte squilibrio in senso "tradizionale"!): i bambini hanno ancora bisogno di sviluppare capacità di base necessarie per ragionare e per l'accesso a modi di pensare, esperienze ed idee estranee al loro orizzonte culturale (e in tal senso metodi innovativi come quelli della verbalizzazione in matematica o dell'immedesimazione e dell'attualizzazione in storia possono essere assai utili!). Una mediazione produttiva tra tutte queste esigenze può ad esempio essere rappresentata dalla costruzione con i bambini di sintesi degli argomenti trattati nelle diverse unità didattiche, da confrontare con pagine di libri di testo, preparando delle relazioni scritte su quello che si è scoperto di nuovo attraverso tale confronto (vedi "confronto di studio").

     Infine non è da trascurare il fatto che la quinta elementare può essere per i bambini l'ultima occasione, importante per il loro orientamento culturale, per una  visione unitaria di importanti problematiche che negli anni successivi saranno approfondite secondo specifiche logiche diciplinari all'interno di singole materie  (e questo giustifica il rilievo per il lavoro su "Uomini, macchine, animali).

                                                                                                                                      

RICHIAMO DEI PRINCIPALI OBIETTIVI DEL PIANO DI LAVORO

     Il piano di lavoro mira ad obiettivi che si collocano su livelli diversi:

- obiettivi di tipo pedagogico generale: occorre gradualmente portare i bambini ad un maggiore grado di autonomia nelle attività di studio, nella risoluzione dei problemi, nella comprensione dei testi, nel  reperimento di informazioni necessarie per andare avanti  nell'affrontare una questione. Occorre anche avviarli a modalità di studio che saranno frequentemente richieste negli ordini di scuola successivi (in particolare per quanto riguarda la grammatica e la storia). D'altra parte, occorre gradualmente abituare i bambini ad un rapporto con  l'insegnante e con i compagni diverso da quello tipico dei primi anni della scuola elementare, centrato sull'insegnante come elemento organizzatore (fin nei minimi dettagli) del lavoro dei bambini e loro riferimento rassicurante sia per le difficoltà personali che per i problemi a livello interpersonale. I bambini devono imparare a cavarsela da soli in tutti i sensi, e l'insegnante deve progressivamente assumere un ruolo di orientamento generale del lavoro e di stimolo alla discussione tra i bambini  sui "loro" problemi (con una particolare attenzione a cogliere l'affiorare di tensioni e problemi psicologici nella classe);

- obiettivi di tipo cognitivo generale: i processi di riflessione devono riguardare ormai anche aspetti abbastanza delicati e "astratti" (ad esempio, formalismi del calcolo aritmetico: struttura del periodo); il bambino deve imparare a fissare le nozioni più importanti all'interno dei testi che legge o delle  spiegazioni che ascolta, ed a sintetizzare il loro contenuto; deve d'altra parte aumentare anche la complessità delle problematiche che il bambino deve essere in grado di affrontare in modo sostanzialmente autonomo (dai problemi matematici a più operazioni, a problematiche storiche e geografiche in cui intervengono molte "variabili";  un buon esempio in tal senso è quello riguardante il clima!);

- obiettivi di tipo disciplinare specifico: oltre al consolidamento, alla revisione ed all'approfondimento degli argomenti principali trattati nelle classi precedenti, in V devono essere completati l'iter riguardante la riflessione linguistica (per gli aspetti più delicati dal punto di vista logico), il lavoro sui problemi aritmetici a più operazioni, il lavoro sulle aree; si deve realizzare l'approccio alla riflessione sui formalismi e sulle proprietà del calcolo aritmetico e deve essere svolta la parte più complessa del lavoro di storia e di geografia (analizzando fenomeni complessi come "la rivoluzione industriale" o "il clima").