MICROSPAZIO MESOSPAZIO MACROSPAZIO

Nei problemi di rappresentazione spaziale generalmente viene fatta un’unica distinzione tra spazi grandi e spazi di dimensione più piccola, senza soffermarsi sull’attività cognitiva del soggetto durante l’esplorazione. E’ proprio nell’analizzare questa attività che si può giungere ad una schematizzazione, che definisce a grandi linee e differenzia maggiormente le tre tipologie di spazio considerate.

MICROSPAZIO: il soggetto è esterno allo spazio considerato; si ha una visione relativamente globale da un solo ( o pochi) punti di vista; ; la percezione è istantanea e si possono avere in breve tempo cambiamenti di prospettiva, ad esempio attraverso la manipolazione; non vi è necessità di concettualizzazione e le relazioni spaziali si possono controllare empiricamente; si può esplorare con la vista e con la manipolazione.

MESOSPAZIO: il soggetto é dentro lo spazio considerato; si ha una visione relativamente globale da un solo punto di vista; la percezione degli oggetti è possibile solo sotto certe prospettive; é necessario un certo livello di concettualizzazione per integrare e coordinare prospettive diverse; si può esplorare con il movimento e gli spostamenti del soggetto sono limitati dalla disposizione degli oggetti.

MACROSPAZIO: Il soggetto è incluso nello spazio considerato; l’esplorazione necessita del movimento; la percezione non è globale e impone l’assunzione di punti di vista diversi ; la visione globale viene costruita in modo intellettuale poiché sono accessibili solo visioni locali; la concettualizzazione è necessaria per ricostruire la continuità dello spazio.

Da un punto di vista didattico è importante sottolineare che lo spazio da esplorare non può essere definito micro, meso o macro se non si precisa il tipo di esplorazione possibile per il soggetto. Un giardino, ad esempio, se lo si osserva da una finestra dell’aula, perde le sue caratteristiche evidenti di macrospazio per diventare microspazio osservabile solo con la vista. E’ bene che l’insegnante esamini con cautela le situazioni da proporre ai ragazzi proprio perché le operazioni cognitive sottostanti ai diversi casi sono diverse.