B ... per l'insegnante
|
Per rispondere al problema posto dallinsegnante (Se un rettangolo non è visto di fronte, secondo voi può rimanere nella rappresentazione un rettangolo?), gli alunni tengono conto delle proprietà condivise (se un rettangolo è su un piano frontale, allora rimane un rettangolo anche nella rappresentazione prospettica; se un rettangolo non è su un piano frontale può diventare un trapezio nella rappresentazione (per esempio, un rettangolo sui piani "pavimento" o "parete") e si rifanno a osservazioni di vario tipo ottenute considerando, per esempio, le possibili posizioni assunte da un cartoncino rettangolare rispetto al piano del banco. Tutti intuiscono facilmente che la risposta è "no", ma validano le loro affermazioni con argomentazioni legate alla percezione. È a questo punto che l'insegnante può motivare la necessità di un teoria di riferimento, all'interno della quale poter validare con un ragionamento di tipo deduttivo le congetture emerse.
Attraverso
questa Unità di Lavoro, sviluppiamo l'approccio al sapere
teorico, nel campo di esperienza della "geometria
della rappresentazione piana", secondo le seguenti tappe:
La scelta di affrontare situazioni significative di problem-solving con esplorazioni dinamiche consente di educare la classe a prendere in esame tutti i possibili casi della situazione problematica che sta analizzando e di riconoscere ogni congettura come un particolare "fotogramma" dell'esplorazione dinamica. In queste attività gli alunni producono frasi "se ... allora" fin dalle prime formulazioni in quanto, evocando una situazione dinamica, ne colgono un aspetto e lo formalizzano come uno dei possibili casi. In questa situazione B affrontiamo la prima tappa dell'approccio al sapere teorico nel campo di esperienza della "geometria della rappresentazione piana": motivazione della necessità di una teoria. Questa è sicuramente la fase più
delicata e difficile del lavoro, in quanto occorre favorire il distacco
critico degli alunni dalla particolare situazione problematica e
coinvolgerli in discorsi "astratti", impegnativi, di ampia
valenza culturale. A questo punto del percorso aumenta il rischio
di "scollamento" della classe, con possibile "perdita"
della fascia bassa. In base alla nostra esperienza, un elemento
determinante per ridurre tale rischio è far leva sullinteresse
con cui la classe partecipa alle attività. Noi abbiamo individuato
due principali fattori che contribuiscono ad alimentare linteresse:
la consapevolezza di svolgere unattività impegnativa,
specifica della scuola superiore, e lessere protagonisti.
Questultimo aspetto dipende dal contratto
didattico stabilito
dallinsegnante, che deve, in particolare, valorizzare i singoli
interventi. L'attività prevede, nell'ordine, i seguenti punti nodali: 1) esplorazione dinamica (vedi Modelli Unità I, situazione B2, per l'insegnante): analisi di un problema indecidibile per via empirica. L'insegnante chiede: "Se un rettangolo non è visto di fronte, secondo voi può rimanere un rettangolo?". Questa domanda forza un esperimento mentale con l'obiettivo di far emergere l'indecidibilità della risposta per via empirica. Attraverso l'esplorazione dinamica della situazione proposta, gli alunni formulano alcune congetture e si rendono conto che non è possibile esperire le infinite posizioni che sussistono tra "occhio" dell'osservatore e oggetto "inquadrato". Linsegnante deve allora rendere consapevole la classe che per validare le congetture prodotte è necessario procedere in un modo "diverso": far appello ad un sapere teorico, di cui occorre impadronirsi, e muoversi al suo interno con nuove regole; 2) costruzione in classe del significato dei termini "teorema" e "dimostrazione"; 3)
introduzione di elementi di un "sapere" teorico
a cui riferirsi per validare le dimostrazioni
(elementi di geometria della rappresentazione).
L'insegnante introduce i termini opportuni del linguaggio geometrico e gli elementi di prospettiva necessari per rappresentare su un piano, opportunamente scelto, lo spazio tridimensionale (piano di terra; punto di vista; quadro; punto di fuga). Nel corso delle attività l'insegnante deve curare anche l'evoluzione del linguaggio della classe, verificando l'acquisizione del significato dei termini introdotti e sollecitando il loro utilizzo. Vedi traccia di possibile gestione della motivazione della necessità di una teoria. |