E1... dai ragazzi

La fissità del luogo può essere interpretata come relativa solo dai bambini che nel corso delle attività precedenti hanno interiorizzato il modello come relazione dinamica tra posizione del sole, inclinazione dei suoi raggi in rapporto al momento della rilevazione e loro parallelismo. Per questi bambini è possibile, a questo punto, reinvestire il segno geometrico appreso per razionalizzare un senso della "distanza" diverso da quello umano e quotidiano e giustificare, nella verbalizzazione scritta della loro ipotesi, l'invarianza della misura delle ombre perché connessa all'invarianza della posizione del sole rispetto ai due luoghi percepiti come diversi da chi è sulla terra. (protocollo e1a e protocollo e1b).
Aver accompagnato la richiesta di formulare l'ipotesi con quella di spiegarla con il disegno apre un nuovo campo di discussione: il problema di rappresentare graficamente ciò che accade conduce i bambini a trovare soluzioni diverse a seconda della possibilità che essi si riconoscono di allontanare il sole: aiutando il disegno con le parole (protocollo e1c) fino ad indicarlo soltanto (protocollo e1d) ed escluderlo dalla loro rappresentazione (protocollo e1e).
Ovviamente non per tutti i bambini è possibile allontanarsi dal proprio punto di vista che fa percepire il sole in due posizioni diverse rispetto a sé guardandolo dai due luoghi diversi (protocollo e1f e protocollo e1g). È questo un momento che può essere utile all'insegnante per cogliere i diversi livelli di padronanza raggiunti dagli allievi e per progettare con cura la successiva discussione sulle rappresentazioni, al fine di coinvolgere proprio i bambini per cui la distanza tra i luoghi di rilevazione è diventato il motivo determinante nella formulazione dell'ipotesi individuale.