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Le origini del calcolo delle probabilità: assicurazioni,
giochi, astronomia...
Sappiamo che il trasporto delle merci via mare
è antico come l'uomo; risale addirittura alla preistoria. Ma i
lunghi viaggi fra Oriente e Occidente cominciano ad organizzarsi solo
quando, dopo l'anno 1000, la vecchia Europa si risveglia dal lungo sonno
del Medioevo: le Crociate fanno conoscere nuovi popoli, nuove terre, nuove
ricchezze. E sono proprio le ricchezze che attirano: pietre preziose,
tappeti, stoffe, spezie, sono merci che si possono trasportare.
Certo, un trasporto via mare presenta sempre delle
incognite: il pericolo più grande è quello di un naufragio.
La compagnia marittima a cui viene ordinata della merce preziosa da portare
dall'Oriente deve chiedere al mercante europeo una grossa somma per il
trasporto,' d'altra parte, il rischio di perdita durante questi viaggi
è sempre molto forte. Sorgono allora, nel 1300, le prime società
d'assicurazione; e sorgono proprio in Italia perché le città
marittime italiane (Venezia, Genova, Pisa) erano allora alla testa della
navigazione e del traffico europeo. Queste società d'assicurazione
chiedevano percentuali variabili dal 12 al 15% del valore della
merce se si trattava di viaggi via mare, mentre per i trasporti via terra
o via fiume .la percentuale variava dal 6 al/'8%.
E chiaro che le compagnie d'assicurazione
dovevano valutare nel modo più preciso possibile la probabilità
di un incidente di viaggio per decidere poi, su questa base, un'adeguata
tariffa. Si capisce anche che, tenendo le tariffe più basse, si
avevano più clienti e questo era un fatto positivo, ma d'altra
parte un maggior numero di clienti portava, in caso di disastro,
a dover risarcire un maggior numero di merci perdute.
Sono proprio dei problemi di tipo assicurativo
che hanno stimolato gli studi nel campo delle probabilità; ma,
quando si cercava di matematizzare questi problemi, ci si rese conto dell'
enorme difficoltà di tradurre in formule delle questioni che sfuggono
a indagini precise, tante sono le cause che le determinano: le condizioni
del mare, la pirateria, la più o meno grande abilità del
comandante. Ogni viaggio era una sfida al caso.
Come scoprire le regole del caso?
I matematici hanno allora pensato di partire
da problemi meno complessi, riguardanti, però, sempre il caso;
hanno fermato lattenzione sui giochi d'azzardo, quei giochi
che, da tempi lontani, avevano appassionato gli uomini di tutti i paesi.
Qual è la probabilità che lanciando due
dadi si ottenga il numero 8? E più conveniente puntare sull'8
o sul 10 ?.
E proprio la considerazione del lancio
di due dadi, e più in generale dei giochi d'azzardo, che porta
Gerolamo Cardano, grande medico e matematico del Cinquecento, ad
esprimere con un numero la probabilità di un evento. Accade
così che il gioco dei dadi, già noto agli Egizi dal 5000
a.C., diventa, a distanza di più di seimila anni, un formidabile
strumento di scoperta in campo matematico.
Da problemi seri --quelli delle assicurazioni--
si passa al gioco per studiare /'andamento del caso ed avere
così una certa sicurezza nell' arte del prevedere.
Un'altra sollecitazione allo studio dell'incerto
viene, nella stessa epoca, dalle scienze sperimentali. Riportiamo qui
delle considerazioni fatte da Galileo a proposito di un problema astronomico.
Si tratta di questo; nel 1572 era esplosa una stella e dodici astronomi
erano riusciti a determinare la sua posizione, ma i risultati delle misurazioni
erano diversi. Come interpretare questa diversità? Quale era la
vera posizione della stella? Le osservazionì sperimentali -
dice Galileo - sono sempre soggette ad errori; la posizione
più probabile della stella sarà quella dove "si addensa'"
il maggior numero di misure. La teoria degli errori dovuti al caso
ha inizio proprio da queste considerazioni di Galileo.
Il calcolo delle probabilità si avvia a diventare
un nuovo ramo della matematica.
Ed ecco che, ancora una volta. sono i giochi d'azzardo
che determinano un decisivo passo in avanti nello studio della probabilità.
Giochi sui dadi o sull'estrazione da un'urna di palline
bianche o nere ,sono proposti nel 1654 al matematico Blaise Pasca da un
suo amico, il Cavaliere di Méré, giocatore appassionato
ma poco esperto in matematica.
Questi problemi ebbero come conseguenza un fitto scambio
di lettere fra due grandi matematici francesi: Blaise Pascal e Pierre
Fermat. E sono proprio le considerazioni espresse in questa corrispondenza
che segnano l'inizio organico dello studio del calcolo delle probabilità.
A distanza di mezzo secolo da questa corrispondenza,
esce nel 1713 il primo trattato sulla probabilità, con ragionamenti
e dimostrazioni rigorose che stringono eventi incerti in una teoria certa:
è l'" Ars conjectandi" (e cioè l'arte di fare delle
previsioni) di Jacques Bernoulli, un grande matematico svizzero.
E, mentre si comprende che il calcolo delle probabilità
è retto da poche, rigide leggi, le sue applicazioni si estendono,
proprio nel Settecento, anche a campi che sembrerebbero molto lontani
dalla matematica, come le scienze sociali e legali: qual è la probabilità
che un tribunale arrivi a un verdetto giusto se ad ogni testimone e ad
ogni giudice si assegna un numero che esprime la probabilità che
egli dica il vero? E' alla matematica che si affidano così anche
queste responsabilità di giudizi.
Dall'Ottocento in poi, il ruolo della probabilità
si precisa come strumento fondamentale nella fisica, nella biologia, nell'
economia, le teorie dell'incerto vengono a dominare gran parte della nostra
vita. D'altro lato sono proprio i sempre nuovi campi d'applicazione che
sollecitano questo ramo della matematica a rafforzare le proprie teorie
ampliando le sue ricerche.
Castelnuovo/Gori Giorgi/Valenti, LA SCIENZA (Matematica
nella rea1tà 2), La Nuova Italia
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