A1. ... dai ragazzi
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Dopo
la lettura silenziosa, l'attività sul testo e la lettura dell'insegnante,
comincia una discussione sui contenuti, su termini non compresi, sul
significato di termini specifici della genetica che qualcuno non ricorda.
Sabrina: Questa che Mendel fosse un matematico è stata una bella scoperta Ivan: ... un formalismo cos'è? Sabrina: E' come quando per l'area del rettangolo scrivi b x h Paola: Se ( Mendel) avesse guardato solo una piantina o due come " figlie degli ibridi" potevano essere tutte col fusto lungo e non poteva scoprire che il fusto corto era nascosto (nel linguaggio comune, Paola non precisa la differenza tra genotipo e fenotipo: in questo caso l'insegnante deve guidare Paola ad esprimere il concetto in termini più corretti. Infatti il carattere recessivo "fusto corto" non compare nel fenotipo dei genitori ibridi di prima generazione. Con un numero limitato di piante di seconda generazione potrebbe non comparire il fenotipo "fusto corto"). Francesca: Ecco perché dice che i valori individuali sono soggetti a fluttuazioni Ivan: cosa vuol dire? Sabrina: che se hai pochi casi non riesci a trovare una regola, (i risultati) sono sempre diversi. Se hai tante piantine sei più sicuro Paola: ma non preciso preciso. Con migliaia di piantine gli veniva circa 75 per cento lunghe e 25 per cento corte ma non preciso facendo i calcoli veniva vicino Sabrina: diceva 3 a 1 Paola: forse con dei milioni di piantine veniva giusto Ivan: sì Sabrina: forse Comincia a delinearsi l'idea che la previsione di eventi casuali può essere fatta sulla base di regolarità che vengono stabilite osservando grandi quantità di dati studiati a posteriori. |
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