C2. ... dai ragazzi

I ragazzi producono relazioni molto ricche superando le aspettative dell'insegnante stessa; i testi sono molto lunghi e l'esplicitazione dei contenuti accurata ed articolata. Due allieve danno anche un titolo, non richiesto, alla loro relazione: "Nascere 500 anni prima" (Costanza); "La prospettiva è un problema risolvibile" (Elisa).

Questi titoli sono emblematici: evidenziano come queste alunne siano entrate in dialogo con la storia e come la ricerca di soluzione di un problema affrontato dalla classe adesso interagisca ora con una voce della cultura prodotta in un tempo lontano.

Costanza, immedesimandosi in Piero della Francesca, dichiara la sua disponibilkità a ricercare la soluzione al problema nei termini in cui si poneva 500 anni fa, termini così "paradossalmente" simili a quelli riscontrabili all'interno della classe.

Elisa coglie nel testo quanto di nuovo offre rispetto alla soluzione del problema suo e della classe e il suo titolo enfatizza quanto scoperto e compreso; dal 1460 la soluzione approda ai giorni nostri.

Alcuni alunni, nella loro relazione, si soffermano quasi esclusivamente sul primo brano più discorsivo e legato principalmente al problema della visione cercando di trasformarlo nei termini proposti nel secondo brano (protocollo 1).

Altri alunni, cogliendo nel secondo brano la parte necessaria alla soluzione del loro problema di rappresentazione, si soffermano unicamente su questo e cercano di appropriarsi del suo contenuto trasferendolo al loro problema di rappresentazione dell'aula. (protocollo 2)

Un alunno che ha relazionato solo sul secondo brano, dimostra di averne frainteso il contenuto, ciò che non coglie è il concetto di punto di fuga. Rimane affascinato dall'aspetto tecnico, cerca di riprodurre l'immagine del testo, senza coglierne il significato ed è soddisfatto di tale aspetto perchè gli consente di disegnare in modo più verosimile. (protocollo 3)

Il resto della classe prende in considerazione entrambi i brani e, a livelli diverssi, ne coglie il significato soffermandosi sia sul problema della visione che sul problema del disegno in prospettiva; la soluzione di Piero della Francesca viene trasferita ai giorni nostri, per risolvere i loro problemi di rappresentazione. E' interessante notare come la maggioranza dei ragazzi parli del pavimento di Piero della Francesca, mentre in realtà il pittore parla di una "figura quadrata degradata in più parti equali devidere" e non fa cenno a nessun pavimento; i ragazzi identificano talmente tanto questa soluzione con il loro problema del disegno dell'aula che "mettono in bocca" all'autore parole non scritte. (protocollo 4 commentato)