C1. approfondimento

(B> La pictura contiene in sé tre parti principali, quali diciamo essere disegno, commensuratio et colorare. Desegno intendiamo essere profili et contorni che nella cosa se contene. Commensuratio diciamo essere essi profili et contorni proportionalmente posti nei luoghi loro. Colorare intendiamo dare i colori commo nelle cose se dimostrano, chiari et uscuri secondo che i lumi li devariano. De le quali tre parti intendo tracta[re solo de la commensuratione, quale diciamo prospectiva, mescolandoci qualche parte de desegno, perciò che senza non se pò dimostrare in opera essa prospectiva; il colorare lasciaremo stare, e tractaremo de quella parte che con line angoli et proportioni se pò dimostrare, dicendo de puncti, linee, superficie et de corpi. La qual parte contiene in sé cinque parti: La prima è il vedere, cioè l'ochio; seconda è la forma de la cosa veduta; la terza è la distantia da l'ochio a la cosa veduta; la quarta è le linee che se partano da l'estremità de la cosa e vanno a l'ochio; la quinta è il termine che è intra l'ochio e la cosa veduta dove se intende ponere le cose.

La prima dissi essere l'ochio, del quale non intendo tractare se non quanto fie necessario a la pictura. Dunqua dico l'ochio essere la prima parte, perché gli è quello in cui s'apresentano tucte le cose vedute socto diversi angoli; cioè quando le cose vedute sono equalmente distante da l'ochio, la cosa magiore s'apresenta socto magiore angolo che la minore, et similmente, quando le cose sono equali et non sono a l'ochio equalmente distante, la più propinqua s'apresenta socto magiore angolo che non fa la più remota, per le quali deversità se intende il degradare d'esse cose. La seconda è la forma de la cosa, perhò che senza quella l'intelletto non poria giudicare nè l'ochio comprendare essa cosa. La terza è la distantia da l'ochio a la cosa, perché, se non ci fusse la distantia, seria la cosa con l’ochio contingente ovvero contigua, e quando la cosa fusse magiore de l'ochio, non seria capaci a receverla, La quarta sono le linee, le quali s'apresentano da l'estremità de la cosa e terminano nell'ochio, infra le quali l'ochio le receve e discerne, La quinta è uno termine nel quale l'ochio descrive co’ suoi raggi le cose proportionalmente et posse in quello giudicare la loro mesura; se non ci fusse termine non se poria intendere quanto le cose degradassaro, sì che non se porieno dimostrare. Oltra di questo è necesario sapere lineare in propia forma sopra il piano tucte le cose che l'omo intende fare.

Intese le sopradecte cose, seguitaremo l'opera, facendo di questa parte dicta prospectiva tre libri. Nel primo diremo de puncti, de linee et superficie piane. Nel secondo diremo, de corpi chubi, de pilastri quadri, de colonne tonde et de più facce. Nel terzo diremo de le teste et capitelli, base, torchi de più base et altri corpi diversamente posti.

Puncto è la cui parte non è, secondo i geumetri dicono essere immaginativo; la linea dicono avere lunghezza senza latitudine.

Et perché questi non sono aparenti se non è a l'intellecto et io dico tractare de prospectiva con dimostrationi le quali voglio sieno comprese da l'ochio, perhò è necessario dare altra difinitione. Dirò adunqua essere una cosa tanto picholina quanto è posibile ad ochio comprendere; la linea dico essere extensione da uno puncto ad un altro, la cui larghezza è de simile natura che è il puncto Superficie dico essere larghezza et longhezza compresa da le linee. Le superficie sono demolte ragioni, quali triangola, quale quadrangola, quale tetragona, quale pentagona, quale exagona, quale octagona et quale de più et diverse facce, commo per figure ve se dimostrarà [....]

 

Lettura dal De perspectiva pingendi di Piero della Francesca (1460?)