QUALI SCELTE

Viene portata a scuola una bicicletta da ragazzo senza cambi; tutti i nostri alunni sanno andare in bicicletta, eccetto uno che, pur possedendola, non riesce a mantenere l’equilibrio (si tratta di un alunno borderline ).

Gli alunni non possono montarla e girare in classe per evidenti ragioni di spazio, ma la possono toccare ed osservare; la bici rimarrà a scuola tutto l’anno scolastico, ben oltre il termine delle attività: si sono così divertiti e impegnati che ha ormai assunto un valore affettivo.

Queste le principali scelte metodologico-didattiche: dopo una conversazione a ruota libera sulle proprie esperienze in bicicletta, gli alunni scrivono un testo sul funzionamento della stessa, per poi focalizzare l’attenzione sulle ruote dentate collegate da una catena di trasmissione, le quali essendo di grandezza diversa permettono alle ruote delle bicicletta di fare più di un giro a fronte di una sola pedalata. Il funzionamento della bicicletta consiste nella trasmissione del movimento dal pedale alle ruote, che si avvale di due accoppiamenti coassiali e di una trasmissione a catena. Il corpo del bambino esperisce lo sforzo maggiore o minore a seconda del rapporto ingranato ed esperisce la velocità, in cui intervengono anche altre variabili, fra cui la pendenza della strada.

Questa unità didattica consente l’approccio a tre diversi tipi di rapporto:

- il rapporto fra la misura dei diametri e dei raggi delle rispettive ruote dentate (quella motrice collegata al pedale e quella condotta, trascinata dalla prima attraverso la catena di trasmissione);

- il rapporto fra le lunghezze delle circonferenze delle stesse ruote;

- il rapporto fra il numero dei giri, sempre delle due ruote dentate.

Si privilegia una conduzione del lavoro che stimola la produzione di ipotesi previsionali da parte degli alunni, che via via verranno confrontate e costituiranno esse stesse oggetto di riflessione per le successive tappe del lavoro. Nella programmazione delle attività successive, l’insegnante tiene conto dei prodotti degli alunni, senza perdere di vista l’obiettivo finale; analizza di volta in volta i lavori di quelli che già padroneggiano l’obiettivo, di quelli che si stanno avvicinando, di quelli che sono ancora molto lontani (riflettendo sui loro processi cognitivi e sulle loro difficoltà).

Il percorso prevede anche tre discussioni collettive che, inserite nei momenti cruciali, favoriscono la socializzazione delle conquiste fatte, delle procedure utilizzate da altri, l’esplicitazione dei dubbi, il sostegno alla fascia medio-bassa attraverso l’interazione fra pari, ed infine la formalizzazione dei concetti.

La verifica sperimentale viene proposta in un secondo momento, dopo che gli alunni si sono cimentati nella produzione di ipotesi motivate per via argomentativa: opportune richieste producono in loro prima un’attenzione selettiva verso la meccanica della bicicletta e poi l’entusiasmo dell’attesa in un’atmosfera di sana competitività (chi ha ragione sul numero di giri ?).

Infatti alla domanda:" Ad un giro completo di pedale, quanti giri fanno le ruote della bicicletta ", la classe si è divisa in tre gruppi: meno di un giro, un giro, più di un giro.

L’attività di confronto di due situazioni fittizie proposte attraverso due disegni ( rapporto 1:1 e rapporto 2:1 ), focalizza ulteriormente l’attenzione sull’obiettivo e, per la maggior parte dei ragazzi, consolida il concetto già acquisito.