PER REALIZZARE

Per realizzare questa unità didattica nel primo quadrimestre della V elementare o in I media non occorrono particolari prerequisiti di tipo disciplinare rispetto alle usuali competenze richieste agli alunni per la classe frequentata; non è necessario neppure che abbiano studiato il cerchio, anzi questa attività potrebbe essere propedeutica per giungere al concetto dinamico e statico di cerchio e al concetto di rapporto fra diametro e circonferenza .

Più che di prerequisiti disciplinari, parlerei di atteggiamento cognitivo: gli alunni dovrebbero aver maturato un minimo di capacità di riflessione sulle proprie attività di pensiero, attraverso una didattica attenta al coinvolgimento inteso come possibilità per gli alunni di confrontarsi con i compagni anche sul piano cognitivo.

Pertanto mi sembra più pertinente parlare di prerequisiti richiesti a te insegnante che intendi avvalerti di questa esperienza; tranquillizzati, non ti occorrono conoscenze specifiche, né di meccanica, né di fisica e neppure di geometria dinamica……ma solo quelle che già possiedi in quanto insegnante. Ti occorre invece la voglia di osservare con gli alunni e di entusiasmarti come è accaduto a me. Credo infatti che lo star bene a scuola di noi insegnanti sia una variabile importante, anche se troppo trascurata, ai fini di un’attività produttiva e gratificante.

E’ chiaro che se sei un insegnante stile "trasmettitore di schemi già precostituiti", depositario della verità e consideri inutile l’interazione cognitiva con gli alunni e fra gli alunni, questa unità didattica non fa per te. Ma se ti accosti a questo sito, sono certa che fai parte di quella categoria di insegnanti che, nonostante le difficoltà crescenti della nostra professione, si sentono impegnati nel rendere partecipi tutti i soggetti nel processo di insegnamento-apprendimento. Certo, occorre anche sapere dove andare a parare, ma in questo ti aiuterò, in modo concreto e puntuale, attraverso una guida dettagliata, corredata da disegni, lavori dei bambini e riflessione sui problemi, via via che emergono.

La bicicletta è una macchina che si trova ovunque, molto cara agli alunni; si può tenere in classe tutto il tempo che si vuole, lascia " leggere " con comodità e trasparenza i concetti culturali " segreti ", che sono molteplici; consente a noi insegnanti di porci di fronte ad essa con lo stesso spirito con cui gli alunni si accingono a ragionarci su. Ha riservato sorprese anche a me che pure vado in bici da sempre e che, prima di questo studio, non avevo acquisito alcuna consapevolezza dell’intelligenza incorporata in questa macchina; mi sono ritrovata a progettare come gli alunni ipotesi "ingenue", realizzando il fatto che, non avendo mai avuto l’opportunità o l’interesse a ragionarci su, mi trovavo praticamente per molti aspetti allo stesso livello degli alunni.

Trattandosi di un oggetto molto caro agli alunni ed evocativo di esperienze gioiose, l’atmosfera che si crea è delle migliori: animazione, curiosità, voglia di confrontarsi con i compagni, attesa di verifica.

Anche l’insegnante viene piacevolmente coinvolto da una sorta di stupore "cognitivo" per le ipotesi degli alunni e per le motivazioni che le sostengono, così differenti fra loro.

La classe a cui ho proposto questa unità didattica è abituata, sin dalla classe prima elementare, a rispettare un contratto didattico che gradualmente mette in condizione ogni alunno di:

  • collegare il fare al pensare e quindi ad esprimere verbalmente le esperienze, anche quelle in ambito in ambito logico: scientifico, storico, tecnologico, matematico….
  • sentirsi libero di esprimere stati d’animo e ipotesi, senza la paura del giudizio: a vivere cioè come degna ogni espressione di pensiero, anche quelle che, pur non conducendo all’obiettivo programmato, sono ugualmente arricchenti per le dinamiche mentali che le hanno generate;
  • contare sull’insegnante che, nei momenti di difficoltà e, senza sostituirsi all’alunno, lo ascolta e lo aiuta a districare e chiarire un pensiero complesso per poterlo esprimere in forma chiara e compiuta.

Questa unità di lavoro riserva molte sorprese rispetto alle valutazioni ( livello alto, medio, basso ) in cui si è soliti collocare gli alunni nelle tradizionali attività scolastiche: si sono visti annaspare alunni della fascia alta e viceversa muoversi con disinvoltura alunni mediocri.

NOTA. L’unità didattica proposta può essere svolta senza la collaborazione dell’insegnante dell’area linguistica (anche se sarebbe auspicabile), in quanto le abilità logico-linguistiche coinvolte attengono strettamente all’acquisizione di un linguaggio matematico e scientifico-tecnologico; perciò la verbalizzazione in questi ambiti costituisce un potente strumento per la padronanza dei concetti in gioco.