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PETER PAN
Questo libro racconta le avventure della famiglia Darling,
che è composta da: papà, mamma, tre figli (Wendy, Gianni
e Michele) e da Nanà, il cane-bambinaia. È una famiglia
felice, ma i problemi cominciano con l'arrivo di un bambino fantastico:
Peter Pan.
Vediamo come lo scrittore, James Matthew Barrie, parla dell'ombra nel
suo racconto:
(...) la finestra si aprì silenziosamente e lasciò
scivolare nella stanza un ragazzo: accanto a lui c'era una strana luce
luminosa, grande come un pugno, che cominciò a saltellare per la
stanza, mandando bagliori. Fu quella luce a svegliare la signora Darling.
Balzò in piedi con un piccolo grido, fissando il ragazzo: fu certa,
senza sapere il perché, che quello era Peter Pan. Era un ragazzo
sottile e bellissimo, con due immensi occhi verdi, i capelli biondi arruffati,
vestito di foglie secche e di resine dei tronchi (...)
Quando la signora Darling mandò il grido, Nanà stava giusto
rientrando dalla passeggiata serale (...) Vide il ragazzo e gli si lanciò
contro ringhiando: Peter balzò leggerissimo sul davanzale della
finestra e sparò nel buio (...) La signora Darling tornò
nella stanza e lì c'era Nanà che l'aspettava immobile, con
aria dignitosa. Nella bocca stringeva qualcosa di scuro: l'ombra del ragazzo.
Non aveva fatto in tempo ad afferrare lui, ma almeno quella sì.
La signora la voltò e la rivoltò per bene, ma era un'ombra
come tutte le altre: che farne? Nanà lo sapeva benissimo: l'appese
fuori dalla finestra, perché Peter potesse tornare a riprendersela
senza disturbare i bambini. Ma la signora Darling non era molto convinta
(...) Allora la signora ritirò l'ombra, l'arrotolò e la
mise in un cassetto (...) una settimana dopo (...) Peter balzò
nella stanza, si assicurò che i bambini dormissero e chiamò
piano:
" Campanellina, Campanellina, dove sei? ".
La fatina, che si stava divertendo un mondo dentro una scatola, gli rispose
con un tintinnio, che nel linguaggio delle fate voleva dire:
" L'ombra è nel secondo cassetto! ".
Peter si precipitò a spalancare il cassetto, vi frugò buttando
tutto all'aria, trovò la sua ombra e se ne impossessò felice,
senza avvedersi di aver imprigionato nel cassetto Campanellina. Cercò
subito di ricongiungersi con l'ombra, ma dopo molti tentativi si accorse
che non era possibile: tentò persino di appiccicarsela con un pezzo
di sapone: niente. Peter, spaventatissimo, si sedette sul pavimento e
cominciò a piangere. Quel lieve rumore fu sufficiente a svegliare
Wendy, che spalancò gli occhi e si mise a sedere sul letto. Guardò
senza timore quel fanciullo sconosciuto.
" Bambino,- chiese - perché piangi? ".
Peter educatamente si alzò e le fece un bell'inchino; Wendy rispose,
rimanendo nel letto.
" Come ti chiami? " le chiese lui.
" Wendy Darling. E tu? ".
" Peter Pan ". (...)
" (...) sei un bambino. Ma tua mamma? ".
" Non ho mamma ".
" Piangevi per questo, allora! Mi spiace, Peter! ".
" Ma no! - disse lui con una certa impazienza - Piangevo perché
non riesco ad attaccarmi la mia ombra. E poi non piangevo! ".
Wendy guardò l'ombra stesa sul pavimento e rifletterò un
poco.
" Si potrebbe provare a cucirla, - disse - forse è l'unico
modo perché ti rimanga attaccata ".
Scese dal letto, andò a prendere ago e filo, poi raccolse per un
piede l'ombra e la cucì al piede di Peter. Egli lasciò fare
in silenzio, poi diede un guizzo, una scrollatina, e l'ombra tornò
finalmente al suo posto.
" Benone! - esclamò - Finalmente ce l'ho fatta! ". (...)
( da "Peter Pan" di James Matthew Barrie )
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