QUALI SCELTE

Questa unità di lavoro è adottata nelle classi III del Progetto “Bambini, maestri, realtà” (vedi “riferimenti esterni”) dal 1982. Inizialmente finalizzata allo sviluppo della padronanza del tempo su base annuale (ciclo delle stagioni, a fianco del lavoro sulla “giornata” e dopo il lavoro nella classe I sul “calendario” mensile) e allo sviluppo di capacità scientifiche (osservare; formulare verificare ipotesi), gradualmente ci si è resi conto di altre potenzialità:
- sul versante matematico, connesse con la padronanza delle durate e con la rilevazione e l’elaborazione dei dati (temperature, altezze di piantine, ecc.);
- sul versante linguistico: fruizione di testi letterari; produzione di testi via via più complessi in relazione alla complessità delle situazioni esaminate; accesso attraverso i testi al pensiero altrui;
- sul versante dell’educazione all’immagine (gli Impressionisti...);
- sul versante scientifico-tecnologico e culturale più generale: l’uomo interviene intenzionalmente sulla natura con le sue tecniche e le sue conoscenze trasmesse di generazione in generazione, adeguandosi ai ritmi della natura ma cercando anche di influire (a suo vantaggio) sui meccanismi naturali.
Oggi questa unità di lavoro è un “contenitore” assai ricco di attività in campo linguistico, espressivo, matematico, scientifico, tecnologico.

Come scelta generale occorre tuttavia evitare la frammentazione del lavoro in tante piccole “unità didattiche” monotematiche; è importante invece conservare l’unitarietà del filo conduttore (il tempo della natura e delle attività umane ancorato a un campo, o ad un orto, o ad un giardino oggetto di cure sistematiche...) e insieme tenersi pronti a sfruttare gli imprevisti, le domande dei bambini, ecc.

Un’altra scelta cruciale è quindi una metodologia di conduzione del lavoro non rigida, con ampio spazio per quello che i bambini osservano e ipotizzano e per i problemi che si pongono. E infine, ancora a livello di scelta di metodo, occorre che quello che i bambini pensano sia oggetto di lavoro in classe attraverso verbalizzazioni scritte via via più esaurienti (anche con l’aiuto dell’insegnante: vedi parola-chiave “didattica del prestamano”), per tale via acquisendo piena dignità di prodotto culturale.