D.protocolli

Precisazioni al protocollo commentato 4

Occorre considerare con attenzione perchè il bambino si confonde nel considerare la durata del tempo che si sta a scuola indicando erroneamente anche i 15 minuti in essa. L'errore può apparire banale, in realtà il bambino, che non ha verbalizzato il ragionamento seguito, si è probabilmente appoggiato alla conta sulle dita, o sull'orologio, per arrivare alle 16 (le 4 sul quadrante dell'orologio) partendo dalle 8 ed ha esattamente contato le 8 ore che sono passate.

A questo punto il bambino incorre in uno degli errori, frequenti nei problemi di durata, in cui il dato di partenza viene inserito nel computo del tempo trascorso: infatti in un primo momento aggiunge alle 8 ore "e mezza", evidentemente sommando i 15 minuti presenti in 8:15 ed i 15 minuti presenti in 16:15, poi si rende conto che non può mettere insieme i minuti dell'ora di inizio dell'attività con l'ora finale della stessa. A questo punto c'è ancora però l'interferenza dei 15 minuti legati alle 8 alle 8:15, l'ora di partenza.

In pratica l'ora di partenza viene, per la parte che riguarda i minuti per la quale il bambino non può basarsi sul riscontro operativo della conta sulle dita o sull'orologio, inglobata nel computo, anche se il bambino non è completamente convinto della esattezza di questo modo di procedere, tanto è vero che mette "e un quarto" fra parentesi, quasi volesse rimarcare che non è proprio sicuro che quei 15 minuti c'entrino qualcosa nel computo della durata.

Tale errore è un errore diffuso nei problemi di durata e riguarda il rapporto fra la durata ed il limite iniziale della stessa, anche in classi successive ed in contesti diversi e ciò denota come sia necessario che il bambino abbia un supporto operativo per lo scorrere del tempo (in genere linee del tempo, nel nostro caso larappresentazione sulla striscia su cui occorre lavorare molto ed anche il quadrante dell'orologio)

da: "Il tempo della natura, il tempo della storia , il tempo dei processi mentali" a cura di Paolo Boero e Flavio Pusset del 1995

[...] PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO: la mente, mentre trascorre il "tempo cronologico", può pensare il tempo e percorrerlo in avanti e (sia pure con difficoltà, nell'immaginare effettivi fenomeni a ritroso) all'indietro, può proiettarsi nel futuro e nel passato rispetto ad un istante arbitrariamente scelto, può accelerare o rallentare l'evolvere "naturale" del tempo (fenomeni pensati "al rallentatore", o accelerati).

Secondo questo punto di vista la libertà di agire ("nel" tempo che intanto trascorre) "sul" tempo pensato può essere interpretata come libertà della mente che con la "fantasia" modifica il corso "naturale" del tempo (mentre il tempo esterno scorre "oggettivamente").

Ma potremmo anche porci da un altro punto di vista, e pensare alla produzione mentale di un tempo (o di tanti tempi...) diverso da quello che produciamo quando cerchiamo di adeguarsi consapevolmente al succedersi degli eventi fisici interni ed esterni a noi (con possibili conflitti tra le due produzioni).

Naturalmente, comunque la interpretiamo, l'indubbia "libertà" di cui gode la nostra mente nel gestire il "tempo pensato" pone non poche difficoltà durante lo sviluppo intellettuale dei bambini (come risulta da tanti episodi: disegni di ambienti in cui sono presenti contemporaneamente due punti di vista...errori diffusi su problemi di durate, tipo "il quadro X fu dipinto cinque secoli e 35 anni fa; in che anno fu dipinto?" (nel 535)...inversioni nel racconto di una successione di fatti...). E inoltre tale "libertà" non è pienamente sviluppata fin dall'inizio, e può non svilupparsi completamente, in particolare per quanto riguarda le operazioni intenzionali sul "tempo" che occorre compiere durante la progettazione. [...]

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