Antologia

Dal pomeriggio alla sera

Erano le ore pomeridiane della canicola, ore di letargo e di apparente morte.

Il paese sembrava disabitato. Le vie erano deserte, le porte e le finestre chiuse, silenziose.

Lungo la via principale casette nuove, ancora fresche di muratura, si alternavano alle antiche, ai mucchi di macerie e a baracche.

Nell’interno del paese il passo dell’uomo si fece irregolare, ora svelto e nervoso, ora lento, con bruschi arresti.

Davanti al vuoto di alcune case ridotte a mucchi di macerie, egli indugiò a guardare in alto, verso le finestre e i balconi scomparsi.

Egli camminava in mezzo alla via. In quella luce abbagliante, in quella solitudine di macerie e di muri nessuno si accorgeva di lui.

...

le ore della canicola passarono lentamente.

Ma appena la campana della parrocchia suonò il vespero, le porte e le finestre delle case, rimaste chiuse nelle ore della canicola, cominciarono a riaprirsi, gli artigiani riportarono sulla strada, accanto alla porta di casa, i loro tavoli da lavoro, e le donne dei contadini, in attesa del ritorno dei loro uomini dalla campagna, tornarono a parlarsi da una soglia all’altra. Il prete non riapparve però che verso l’avemaria.

Un asino carico di steli di granturco scendeva il sentiero della costa che sta a monte del paese, e dietro l’asino, accanto a un vecchio contadino, fu visto appunto il prete.

 

(da "Il segreto di Luca" di Ignazio Silone)

 

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