Antologia

Giornata estiva

L’estate splendeva nel suo ardore funesto; il sole pareva fermarsi in mezzo al cielo, le argille si spaccavano per l’arsura.

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Un vento continuo faceva asciugare anche i corpi degli uomini: le giornata passavano in una luce senza pietà, monotone nell’attesa del tramonto e del fresco della sera.

Stavo seduto nella cucina, e contemplavo il volo delle mosche, unico segno di vita nell’immobile silenzio della canicola. Le imposte di legno, tinte di azzurro verdastro, ne erano coperte: migliaia di punti neri, fermi nel sole, vagamente sussurranti, su cui l’occhio si fissava, oziosamente incantato. Il grande silenzio della campagna pesava nella cucina, e il mormorio continuato delle mosche segnava il passare delle ore, come la musica senza fine del tempo vuoto.

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Il paese pareva deserto di uomini. I contadini erano nei campi, le donne si celavano dietro le porte semichiuse. L’unica strada correva giù tra le case e i burroni, fino alla frana, senza un riposo d’ombra.

(da "Cristo si è fermato ad Eboli" di Carlo Levi)

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