INTRODUZIONE

In questo testo ci proponiamo di sistemare, in una forma che possa essere di interesse per altri (insegnanti di scuola elementare e non solo, formatori, insegnanti di corsi di matematica per futuri maestri, ecc.), alcuni dei materiali utilizzati nei due corsi di Fondamenti di Matematica I e II al Corso di Laurea in Formazione Primaria tenuti a Napoli negli ultimi tre anni (2000-2001, 2001-2002, 2002-2003) rispettivamente da Roberto Tortora e da Donatella Iannece. Ad essi si aggiungono alcuni contributi tratti dal corso di Didattica della Matematica tenuto negli ultimi due anni da Paolo Guidoni. Li proponiamo insieme, in quanto i tre corsi sono svolti in continuità e in sintonia e con una visione condivisa di obiettivi e metodi. La collaborazione tra Iannece e Tortora per i due corsi di Fondamenti si esplica anche attraverso una costante compresenza dei due docenti in aula durante le lezioni (modalità di cui parleremo diffusamente più avanti), di modo che i due corsi (di 30 ore ciascuno) possono considerarsi come un unico corso diviso in due moduli, che sono collocati al primo e secondo semestre del terzo anno. Il corso di Didattica, anche questo di 30 ore, è seguito dagli studenti del quarto anno. Gli iscritti ai corsi sono oltre cento per ciascun anno, e le presenze in aula sono mediamente piuttosto elevate (tra 70 e 100 studenti, salvo alcuni periodi critici dell’anno accademico).

Come è noto, da pochi anni è stata riconosciuta a livello istituzionale la necessità per i futuri insegnanti della scuola elementare e dell’infanzia di una preparazione di livello universitario, che, pur conservando un’impostazione prevalentemente di natura pedagogica e psicologica, prevede anche nel curricolo i fondamenti delle varie discipline coinvolte nell’insegnamento di base. Fra queste, particolare importanza ha la preparazione di tipo scientifico e matematico, tradizionalmente trascurata nella impostazione classica degli studi per la formazione dei maestri.

Si pone dunque il problema di progettare corsi universitari che, mentre forniscono contenuti disciplinari e competenze “minime” in questo ambito, propongano anche, per la specificità dei loro destinatari, un modello di processo di insegnamento/apprendimento in linea con le acquisizioni della ricerca in didattica della matematica e nelle scienze cognitive. Ora un modello di corso universitario che risponda a queste esigenze è in netto contrasto con la diffusa e imperante tradizione che vuole i corsi universitari impostati secondo il modello trasmissivo della conoscenza, con lezioni frontali e scarsa o nessuna interattività. Diciamo subito che questo modello non ci trova d’accordo per studenti di alcun tipo, ma per un corso destinato a futuri maestri ci sembrerebbe un vero e proprio esempio da parte di noi docenti di comportamento schizofrenico.

Inoltre un modo di vedere la matematica di tipo creativo e costruttivo e di lavorare con essa secondo questa concezione è spesso in antitesi con quanto sperimentato da gran parte degli studenti nella loro precedente esperienza scolastica. E questo pone il problema di una riconversione di atteggiamenti.

Infine bisogna naturalmente fare i conti con le difficoltà oggettive in cui comunque ci si trova ad operare: numero limitato di ore di lezione, classi affollate ( nella nostra come in molte altre sedi universitarie), cattive abitudini di studio universitario, eccetera.

In relazione a questo complesso di problemi, la nostra scelta, di cui queste note vogliono essere una testimonianza, consiste essenzialmente nell’adottare con gli studenti di questi corsi universitari le stesse linee di azione e gli stessi metodi didattici che la ricerca in didattica ha ormai codificato per i bambini della scuola di base, largamente sperimentati con i bambini in anni di lavoro sia da noi che da altri, e che sono invece sicuramente innovativi in un contesto di educazione adulta. Tale scelta ci è suggerita da lunghi anni di esperienza di formazione di insegnanti in servizio (per esempio il lavoro condotto all’interno del pluriennale progetto CAPIRE SI PUÒ coordinato da P. Guidoni), che ci hanno convinti dell’invarianza di base degli strumenti e dei metodi che attivano a tutte le età i processi di comprensione e apprendimento.