Ciò che precede il primo spezzone di filmato

All’inizio l’insegnante ha descritto agli studenti le attività della mattinata e, in particolare, la prima: il coordinatore di ciascun gruppo si deve muovere rispetto al sensore in modo tale che la calcolatrice riproduca sul muro un grafico simile a quello tracciato dall’insegnante sulla lavagna. Si tratta di un grafico che parte con tangente orizzontale, poi cresce con concavità rivolta verso l’alto, quindi cambia concavità, presenta un massimo, decresce con concavità rivolta verso l’alto, cambia concavità, presenta un minimo, cresce con concavità rivolta verso l’alto, cambia concavità e diminuisce la crescenza gradualmente fino a diventare una retta orizzontale. Mattia si è mosso rispetto al sensore e gli altri studenti (innanzitutto i suoi compagni di classe Erik e Irene) devono commentare eventuali errori.

Commento relativo al primo spezzone di filmato, ossia quello in cui Erik dice:

“ Cioè prima piano, poi veloce,” e alza la mano come per buttarsi rapidamente qualcosa alle spalle, “ poi veloce giù,” abbassa la mano, “poi rallentare” e descrive con la mano una curva concava discendente, “poi veloce di nuovo.”

È interessante osservare come la gestualità dello studente indichi con chiarezza che lo studente ha capito caratteristiche del moto e del grafico: si noti che i movimenti che fa con la mano sono una sintesi delle caratteristiche della legge oraria. Infatti dove la velocità aumenta, la mano si muove più velocemente (seguendo però la traccia della legge oraria), dove la velocità diminuisce, la mano si muove meno velocemente. Questo movimento mette in risalto le principali caratteristiche del grafico della legge oraria della distanza rispetto al sensore, e la comunicazione è più immediata, l senso che quella del grafico sulla lavagna o sulla calcolatrice è mediata da uno strumento semiotico, il grafico cartesiano, appunto, che richiede strumenti teorici più raffinati di quelli richiesti per comprendere i gesti di Erik. In un certo senso, l’intervento di Erik potrebbe essere servito per indicare un livello intermedio tra quello del movimento reale e quello della rappresentazione grafica della legge oraria della distanza per spiegare le caratteristiche del moto: in questo senso l’intervento di Erik crea un possibile spazio di comunicazione che prima non c’era o che non si sarebbe esplicitamente attivato senza il suo intervento. È interessante vedere se questo livello di comunicazione viene ripreso nella classe o se resta un evento isolato.

In realtà questo linguaggio viene subito adottato per spiegare le caratteristiche del secondo movimento, sia da Michele, sia da Alessio, come si può vedere nella seconda parte di questo primo spezzone di filmato (ci si riferisce al seguente grafico che doveva essere riprodotto:

 
Tra l’altro, prima dello spezzone di filmato qui riprodotto, Alessio aveva già detto: “ Ti sei avvicinato troppo e dovevi stare più fermo all’ inizio, invece il tuo grafico fa subito così,” muovendo rapidamente la mano in diagonale verso il basso.
 

 

 

 

 

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Nel filmato si vede Michele che dice.

Michele: “ Sì, perché quella curva vuol dire che prima parte piano e poi accelera.”, accompagnando le parole con un eloquente gesto della mano.

Quasi contemporaneamente Alessio dice qualcosa riferito all’accelerazione e al fatto che il corpo di cui è rappresentata la legge oraria della distanza deve partire piano accompagnando nuovamente la spiegazione con il gesto della mano. Qui interviene il professore:

PROF: “ Alessio come fai a capire che parte piano?”

Alessio “ Basta vedere che non fa così,” e ripete il movimento di prima con la mano, “ ma fa così,” e descrive la curva della lavagna.

Sarebbe interessante vedere se questa gestualità accompagni anche ragionamenti fatti fra sé e sé o se, invece, sia solo uno strumento attuato per spiegare, per comunicare: insomma, la gestualità è un artificio retorico o uno strumento di pensiero per risolvere problemi e per effettuare previsioni? Purtroppo la telecamera inquadra solo studenti che intervengono e non studenti che stanno risolvendo problemi o effettuando congetture.

Questa seconda parte di filmato si conclude con un riferimento dell’insegnante al concetto di pendenza e alla sua relazione con la velocità, che, però, viene espressa mediante un dialogo con gli studenti e non trasmessa, tanto è vero che vengono espresse e accettate anche metafore come “cunetta” legate a termini più specifici come quello di pendenza, o curvatura.

La terza e ultima parte del filmato riguarda il commento al movimento di Carlotta che doveva riprodurre il seguente grafico:

Nel filmato si possono notare Erik, Simone, Irene, Alessio e anche Mattia, anche se brevemente e nascosto, che usano il linguaggio dei gesti per esprimersi. Tale linguaggio è, in altre fasi, assai utilizzato dall’insegnante. Si tratta di un potente strumento per comunicare, per creare uno spazio di comunicazione reale, che aiuta molto la discussione e che non inibisce gli interventi.