Si discute
sulla difficoltà del definire. Carlotta propone di andare
a vedere sul dizionario. Dico che quelle di Carlotta è una
buona idea, ma che, inevitabilmente, sul dizionario si presenteranno
circolarità nelle definizioni. Cerco di farlo
capire chiedendo ai ragazzi di definire una retta. Come al solito
vengono date le più svariate caratterizzazioni, corrispondenti
allidea naturale che si ha di retta come di raggio di luce:
insieme infinito di punti allineati insieme di
punti che vanno in una stessa direzione ente geometrico
con una sola dimensione raggi di luce movimento
della luce
Ovviamente ho buon gioco metterli in crisi
chiedendo che cosa si intende per punti allineati in
una stessa direzione
. In tutti i casi, con più
o meno fatico riesco a far sì che essi definiscano questi
concetti ricorrendo a quello di retta. Di qui la circolarità
e lesigenza di individuare dei termini primitivi. Mentre alcuni
studenti sono stupefatti, ma riflettono su questesperienza,
Michele dice si, va beh, ma la retta è comunque un
ente geometrico senza dimensioni: ce lo ha fatto scrivere sul quaderno
linsegnante di disegno.
È chiaro che sorge un pericoloso conflitto determinato dal
fatto che Michele pretende di sapere a quale autorità deve
credere: allinsegnante di matematica attuale o a quello delle
medie, al suo libro di testo delle medie e allinsegnante di
disegno? Cerco di farlo riflettere sullesperienza appena fatta:
vorrei che avesse la maturità e il coraggio di fare egli
stesso la scelta, ma Michele non vuole. Cerco di fargli capire che
lo stesso Euclide ha sentito il bisogno di spiegare che cosa fossero
il punto e la retta, ma per motivi legati alla necessità
di evitare che i lettori pensassero al punto con dimensioni
niente da fare: Michele vuole sapere a chi deve credere. Mi rendo
conto che questo atteggiamento poco critico di Michele può
essere una delle principali cause del suo comportamento in classe,
soprattutto in questa classe, dove lesercizio critico è
considerato fondamentale per la crescita degli studenti.
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