QUALI SCELTE
LUnità di Lavoro che presentiamo in questo progetto nasce
dall'esperienza del Gruppo di ricerca didattica dell'Università
di Genova, a cui gli autori appartengono da più di vent'anni.
Il contesto in cui è stata costruita è quello del Progetto
di insegnamento integrato della matematica e delle scienze sperimentali
nella scuola media, elaborato dal gruppo stesso.
Le situazioni didattiche proposte sono state sperimentate in classi
di terza media (circa un centinaio di alunni) all'interno di un percorso
di "modellizzazione geometrica" della rappresentazione piana
della realtà. Tale percorso si snoda dalla prima alla terza media,
con obiettivi diversi ma intrecciati; le attività che precedono
quelle descritte ora sono reperibili nel Progetto SeT e sono svolte
nel seguente ordine cronologico: Linguaggi
unità di lavoro Q, Modelli
unità di lavoro I e Modelli
unità di lavoro L.
Questa unità di lavoro presuppone lo svolgimento delle attività
descritte in Modelli unità di lavoro L.
Anche se non ancora sperimentato, riteniamo che possa essere validamente
svolta nel primo anno della Scuola Secondaria Superiore.
Infatti, la proposta culturale associata all'intero lavoro è
quella di offrire la possibilità di capire e di partecipare
alla costruzione di un percorso di astrazione/formalizzazione analogo
a quello che compie un "matematico" (e più in generale
uno studioso) quando dall'osservazione di particolari fatti reali, formula
ipotesi su comportamenti generali, che vuole poi giustificare all'interno
di una teoria di riferimento.
In questottica, il lavoro non è vincolato ad una particolare
fascia di età.
Noi lo abbiamo proposto anche ad insegnanti in corsi di aggiornamento
e in attività di laboratorio della Scuola di Specializzazione
allInsegnamento Secondario dellUniversità di Genova.
La storia del nostro percorso di "modellizzazione geometrica"
della rappresentazione piana della realtà, inizia nella.s.
91/92 quando abbiamo iniziato ad osservare i ragazzi durante attività
di lettura/produzione di rappresentazioni grafiche collegate alla risoluzione
di problemi non standard. Fino ad allora non avevamo affrontato sistematicamente
il problema delle interazioni tra lettura e produzione di immagini e
ci limitavamo a proporre differenti attività di decodifica (assonometrie;
rappresentazioni in scala e in prospettiva) ritenendo comunque indispensabile
che i ragazzi comprendessero e utilizzassero informazioni grafiche per
il proseguimento degli studi, per la professione, ... .
Lanalisi dei protocolli ci ha evidenziato grosse potenzialità
insite nel campo di esperienza
della "rappresentazione piana della realtà".
Da qui la stesura delle quattro Unità di Lavoro, nelle quali
il disegno viene analizzato da tre principali punti di vista, strettamente
intrecciati tra loro:
1) Il disegno e le dinamiche mentali.
E' necessario che gli alunni capiscano che ciò che si vede
è comunque una rappresentazione mentale della realtà
e che per disegnare con lo scopo di comunicare significati oggettivi
(forma, funzione, posizione, ...) occorre saper isolare tale rappresentazione
dalle numerose immagini mentali che il soggetto può liberamente
creare della realtà stessa.
Infatti, prima di disegnare, l'alunno compie un'esplorazione dinamica
della situazione, attivando numerose dinamiche spazio-temporali e, per
disegnare "bene", occorre che sappia compiere un opportuno
"fermo-immagine".
Questo processo è aiutato anche da un continuo scambio tra i
ruoli produttore/lettore che porta ad una integrazione e un arricchimento
progressivo delle immagini mentali o grafiche e/o dei disegni prodotti.
Esse diventano via via più complete e meglio organizzate, fino
ad essere collocate in uno spazio e in un tempo determinato, assicurando
la coerenza di ciò che viene rappresentato sul foglio.
Un disegno può variare solo per elementi "estetici";
ma deve tener conto di tratti caratteristici, proprietà, nessi
logici fondamentali, coerenza spaziale e temporale su cui si basano
le possibilità di decodificare l'immagine.
2) Il disegno come problema.
Le attività svolte hanno avviato in modo motivato riflessioni
e discussioni su alcuni aspetti nodali della rappresentazione intesa
come situazione di problem solving.
È bene che la classe giunga a capire che anche un disegno
è un problema e per risolverlo in modo "corretto",
occorre anche saper:
- individuare/scegliere le caratteristiche essenziali dell'oggetto/situazione
da rappresentare in funzione del significato da comunicare e della
finalità della rappresentazione (dati del problema)
- individuare/scegliere il punto di vista più opportuno e fare
attenzione ad ambiguità di rappresentazione al fine di comunicare
significati corretti (processo risolutivo)
- individuare/scegliere le informazioni da comunicare, consapevoli
dell'impossibilità di dare tutte le informazioni possibili
con una sola rappresentazione (pluralità delle soluzioni)
- lettura critica/controllo della produzione, evidenziando eventuali
errori (interpretazione/controllo/scelta delle soluzioni)
Al fine della realizzazione di un disegno "valido" occorre
quindi saper operare delle selezioni e altresì saper coordinare
opportunamente i vari elementi selezionati e rendersi conto che non
tutte le relazioni individuate sono sempre pertinenti al problema
da risolvere o possono essere tradotte in simboli grafici.
3) Il disegno come progetto.
La rappresentazione piana di situazioni spaziali richiede una complessa
attività di progettazione, nella quale la qualità
del pensiero che si forma dipende anche dalla capacità di comporre
gradualmente ricordi, tracce percettive, conoscenze su proprietà
dell'oggetto o della situazione da rappresentare in un discorso coerente
(attraverso movimenti immaginati attorno all'oggetto da rappresentare
o nello spazio in cui l'osservatore si trova/immagina se stesso) e in
un progetto di disegno eseguibile.
In tale attività schizzi, disegni parziali,... sono tracce
esterne dell'elaborazione mentale del progetto e possono assumere un
importante ruolo di riferimento per lo sviluppo del progetto sia come
elementi su cui l'allievo può sviluppare la sua riflessione,
sia come elementi che consentono all'insegnante di realizzare un intervento
sul progetto dell'alunno.
La maggior parte degli alunni, infatti, inizia il progetto con un
disegno particolarmente semplice e lo corregge sulla base delle riflessioni
che tale primo prodotto gli ha stimolato (dinamica produttore/lettore);
la rappresentazione della situazione esaminata non è quindi stabilita
in anticipo e una volta per tutte, ma viene corretta, modificata, migliorata
in itinere.
Solo pochissimi riescono a realizzare un primo disegno molto vicino
a quello finale;in questo caso gli adeguamenti sono avvenuti interiormente.
Nel corso della nostra esperienza è inoltre emerso che le attività
qui presentate consentono anche di avviare in modo naturale e motivato
gli allievi ad:
- attività che consentono di acquisire consapevolezza delle
operazioni mentali che devono essere compiute per la produzione/interpretazione
corretta di rappresentazioni (dinamiche mentali)
- attività di modellizzazione geometrica e di costruzione di
primi elementi di una teoria geometrica
- attività di validazione di congetture attraverso un ragionamento
di tipo ipotetico deduttivo.
Per raggiungere tutti questi obiettivi con il maggior numero
possibile di alunni, occorre però che l'insegnante curi la costruzione
sociale del sapere: curi molto le attività di formulazione
di ipotesi, di verbalizzazione, di socializzazione e discussione dei
protocolli. In questo modo tutti i ragazzi, attraverso il confronto
e l'immedesimazione nelle soluzioni e nei processi di pensiero
altrui, possono arricchire i propri e accrescere la capacità
di metterli in relazione.
Le quattro Unità di Lavoro realizzate possono essere analizzate
anche alla luce delle seguenti chiavi di progettazione:
1) esplorazione dinamica/dinamiche mentali
si abituano gli alunni a:
- cogliere le differenze tra "ciò che vedo/ ciò
che penso/ciò che rappresento" (in particolare vedi
Progetto SeT Linguaggi Q e Modelli I);
- acquisire consapevolezza dell'esistenza di processi mentali (dinamiche
mentali) che intervengono nelle fasi di esplorazione dinamica
di una situazione proposta, di produzione/interpretazione corretta
di rappresentazioni (in particolare vedi Progetto SeT Linguaggi
Q e Modelli I);
- imparare a gestire tali dinamiche al fine di sviluppare la capacità
di formulare/interpretare/validare ipotesi (Progetto SeT Linguaggi
Q, Modelli I, Modelli L e questa unità didattica)
2) formulazione di ipotesi/attenzione al linguaggio
Le quattro Unità di Lavoro richiedono formulazioni di ipotesi
argomentate e riflessioni sul linguaggio che, da personale, diventa
condiviso (linguaggio di classe) e via via più rigoroso
(elementi del linguaggio geometrico)
3) modellizzazione/approccio al sapere teorico
Si propongono situazioni indecidibili empiricamente (che
si prestano all'esplorazione dinamica) per giungere a fondare la validazione
di ipotesi emerse in classe non sull'esperimento (e sulla misura) o
sul disegno, ma sul "ragionamento" di tipo ipotetico deduttivo.
Le proprietà ammesse come vere dalla classe, vengono gradualmente
espresse in termini di enunciati geometrici e diventano "assiomi"
della teoria geometrica che realizza la modellizzazione delle situazioni
considerate (elementi di geometria della proiezione centrale nel
Progetto SeT Modelli L, elementi di geometria della proiezione parallela
in questa unità). Le "ipotesi" formulate
dai ragazzi (vedi Parole
chiave) entrano a far parte di un discorso matematico diventando
così "congetture", il "ragionamento"
diventa "dimostrazione matematica". L'imitazione
di modelli di "enunciati" (Modelli unità I, Modelli
unità L e questa unità) e di canovacci di "dimostrazioni"
(Modelli unità L e questa unità) facilita il raggiungimento
di una sufficiente conformità con i "teoremi"
della matematica.
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