B2. ...dai ragazzi

 

I ragazzi sono favorevolmente colpiti dalla capacità di Galileo di costruire un dialogo immaginando tutte le possibili obiezioni e contro-obiezioni.

In molti protocolli l’esperimento mentale viene citato con maggior frequenza rispetto a quello pratico ed accettato dal punto di vista logico matematico, anche se non viene trovato riscontro nella realtà.

Alcuni ragazzi non trovano accordo né con Galileo, né con Aristotele, anche perché capito l’errore di Aristotele, non riescono ancora a spiegarsi con le parole di Galileo la differenza di caduta tra la piuma e la pietra: “Aristotele dice che la velocità di caduta dei corpi è proporzionale al peso del corpo, io qui non sono d’accordo perché se fosse così quando noi buttiamo giù due pietre, delle quali una pesa 100 chili e l’altra 10 chili dall’altezza di 50 m, quando la pietra di 100 chili è arrivata a terra l’altra è ancora lassù che deve percorrere 40 m. Mentre quella di Salviati non mi convince perché lui dice che se prendiamo una palla di cannone e una di fucile, queste arriveranno in terra nello stesso momento, cosa che per me è assurda perché non riesco a pensare che una cosa più grande e pesante di un’altra cosa, arrivino in terra uguali, perché per me arriva prima quella più grande e pesante”
“quella di Galileo è una dimostrazione molto convincente e ragionata e, dopo averla letta, si pensa subito che sia vera; ma pensando alla realtà, cioè immaginando un corpo leggero ed uno pesante, e pensando che questi due cadano dalla stessa altezza in modo uguale, mi sembra un po’ impossibile, basti pensare la piuma e la pietra”

Altri sono ancora pienamente d’accordo con Aristotele:
“io non concordo assolutamente con Galileo, io concordo più con l’aristotelico Simplicio perché come si fa ad immaginare che un peso di 200 kg cada nello stesso istante di un peso di 20 kg? Non si può se si lanciano dalla stessa altezza”

Altri ancora si identificano con Galileo:
“Riflettendo e rileggendo le ipotesi di Galileo mi trovo d’accordo con lui, perché subito pensavo ci fosse una regolarità e una proporzionalità tra velocità e peso…Portando però il caso al limite, come fa Galileo, capisco che è impossibile che se un corpo ha percorso 100 m, l’altro non ne ha fatto neanche uno. Poi come Simplicio ho pensato che non potessero nemmeno arrivare esattamente insieme e che ci fosse una piccola distanza, ma questa piccola distanza è molto più vicina alla teoria di Galileo che a quella di Aristotele… ora sono d’accordo con Galileo e ho trovato la motivazione per la piccola differenza secondo Galileo: la resistenza dell’aria. Questa resistenza determina la minuscola differenza di arrivo a terra secondo Galileo e anche secondo me.”