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PROGRAMMAZIONE DIDATTICA

 

 

L’attività su probabilità coinvolge due ambiti disciplinari, infatti oltre a quello matematico è fortemente coinvolto anche l’ambito linguistico. Lavorando in situazioni di gioco e/o di rilevazioni statistiche, in continuità con l’extrascuola, i bambini riflettono individualmente, discutono, mettono a confronto concezioni, intuizioni, esperienze, maturando le forme linguistiche e i significati su cui si struttureranno i concetti.

 

Dai PROGRAMMI 1985

... dalla Premessa generale:
La scuola elementare pone le basi cognitive e socio-emotive necessarie per la partecipazione sempre più consapevole alla cultura e alla vita sociale….. [maturando la] capacità di pensare il futuro per prevedere, prevenire, progettare, cambiare e verificare.

... da Matematica:
- L’introduzione dei primi elementi di probabilità, che può trovare posto alla fine del corso elementare, ha lo scopo di preparare nel fanciullo un terreno intuitivo su cui si possa, in una fase successiva, fondare l’analisi razionale delle situazioni di incertezza. La classica definizione di probabilità – come rapporto fra il numero dei casi favorevoli e il numero dei casi possibili in situazioni aleatorie simmetriche – non può essere assunta come punto di partenza, ma è piuttosto il punto di arrivo di una ben graduata attività.

- Obiettivi del primo e secondo anno
In situazioni problematiche tratte dalla vita reale e dal gioco, usare in modo significativo e coerente le espressioni: forse, è possibile, è sicuro, non so, è impossibile, ecc…

- Obiettivi del terzo, quarto e quinto anno
Confrontare in situazioni di gioco le probabilità dei vari eventi mediante l’uso di rappresentazioni opportune;
Rappresentare, elencare e numerare, tutti i possibili casi in semplici situazioni combinatorie; dedurne alcune elementari valutazioni di probabilità.

Da Indicazioni didattiche:
Quanto alle prime nozioni di probabilità è importante che il fanciullo sia condotto ad accettare senza turbamento situazioni di incertezza. Si può raggiungere molto bene questo scopo mediante il gioco: molti giochi hanno carattere aleatorio o ricorrono alla sorte per l’assegnazione di particolari ruoli. L’abilità del giocatore consiste nel saper scegliere, fra le varie mosse possibili, quella che offre maggiore probabilità di vittoria; si tratta dunque, in primo luogo, di condurre il bambino a compiere confronti di probabilità. Ciò può essere fatto dapprima in termini più vaghi, e poi in situazioni ben schematizzate.

 

Dalle PROPOSTE MINISTERIALI 2001

... da Matematica
Da I dati e le previsioni:
In situazioni varie, relative alla vita di tutti i giorni e agli altri ambiti disciplinari: ….
- Effettuare valutazioni di probabilità di eventi mediante conteggio dei casi favorevoli e di quelli possibili o rilevando frequenze relative.

Da 3° - 4° - 5° anno:
… - Riconoscere gli eventi certi, possibili, impossibili, equiprobabili, più probabili, meno probabili.

E’ evidente che la nostra proposta è in piena sintonia con i programmi vigenti, sia per quanto riguarda lo scopo “preparare nel fanciullo un terreno intuitivo su cui si possa, in una fase successiva, fondare l’analisi razionale delle situazioni di incertezza”, che per quanto riguarda il metodo d’approccio alla probabilità “…è importante che il fanciullo sia condotto ad accettare senza turbamento situazioni di incertezza. Si può raggiungere molto bene questo scopo mediante il gioco…”.
Le nuove proposte ministeriali 2001 tendono, invece, a spostare l’inizio delle attività in campo probabilistico nel secondo ciclo, forse ritenendole non adeguate allo stadio di maturazione dei bambini più piccoli, senza dire nulla di quella fase di esplorazione linguistica prolungata nel tempo, che, secondo i precedenti programmi, sarebbe necessaria per metterli in grado di “effettuare valutazioni di probabilità di eventi mediante conteggio dei casi favorevoli e di quelli possibili o rilevando frequenze relative”.
In base alla nostra esperienza, circoscritta a tre classi per due anni, ci pare non solo possibile, ma anche opportuno lavorare in questo ambito fin dalla prima elementare. In questo modo i bambini possono strutturare attraverso il linguaggio una mentalità probabilistica, quando sono ancora abbastanza liberi nell’esplicitare le loro concezioni mistico- magiche intrecciate all’idea di caso e più disponibili a modificarle, avendo anche un arco di tempo più lungo (5 anni) per farle evolvere con gradualità.