Presentazione. ... per l'insegnante

Non siamo a conoscenza di altre sperimentazioni di percorsi didattici su probabilità fin dalla prima elementare, perciò non abbiamo elaborato il nostro percorso a partire dalla riflessione e dal confronto con altri, e lo abbiamo sperimentato una sola volta per due anni, gestito da insegnanti diverse, nelle classi I e poi II a tempo pieno di Camogli, III e poi IV a tempo pieno di Camogli , IV e poi V a tempo pieno di Recco.

Per questo motivo la nostra proposta, che è “pionieristica”, con tutti i difetti e la conseguente necessità di molte revisioni, si pone come invito agli insegnanti interessati ad elaborare propri percorsi, usando il nostro come base di partenza per modifiche, riflessioni, ampliamenti…, da sperimentare in classe e poi confrontare con quelli realizzati da altri colleghi.

L’obiettivo comune è la strutturazione, attraverso il confronto dei risultati ottenuti da insegnanti diversi in contesti diversi, di un progetto di percorso via via più adeguato a far maturare nei ragazzi una mentalità probabilistica (oppure la conferma che ciò non è possibile prima di un certo stadio di maturazione, come pensava Piaget).

La nostra ipotesi dopo la breve sperimentazione condotta è che sia possibile ed utile far ragionare i bambini sulla difficile idea di CASO: attraverso i giochi e le discussioni connesse, essi sembrano passare gradualmente dal linguaggio della certezza a quello della probabilità, dall’attesa di una risposta esatta a quella di una o più risposte possibili, dall’idea di una causa da cui discende ogni effetto, accompagnata necessariamente dal sospetto di una volontà che favorisce o condanna, all’intuizione di un caso che non ha memoria né favoritismi. L’acquisizione molto lenta e personale di tutte queste cose, non troppo diffuse anche nel mondo adulto, è favorita dalle discussioni con i compagni, che portano ad esprimere i sentiti più profondi, ad esporli alla condivisione di alcuni e al dubbio di altri, a sottoporli a più verifiche legate a logiche di ragionamento analoghe o molto diverse dalle proprie, a prenderne sempre più le distanze sul piano emotivo man mano che diventano oggetto di attenzione razionale.

Tra i lavori scritti dei bambini, abbiamo riportato quelli ritenuti da noi particolarmente significativi o rappresentativi di una tipologia di modi di pensare diffusi nella classe. Lo stesso lavoro di alleggerimento ci è riuscito difficile per le discussioni, che richiedono a nostro avviso una lettura completa, o quasi, per seguire l’evolvere delle argomentazioni; alcune di esse sono, perciò, davvero lunghe, ma leggerle, per chi non si lascia scoraggiare, è divertente, oltre che interessante, per la prospettiva che apre sul pensiero profondo dei nostri bambini.