B3- strategie di gioco a confronto. ... per l'insegnante

Nel gruppo degli insegnanti vengono date due letture divergenti del confronto:
- ad alcuni pare anche più difficile di quanto previsto per i bambini cogliere la diversità tra i due metodi in termini di efficacia! Secondo loro, pochissimi sembrano vedere qualche ragione fisica sensata per ritenere che il metodo di Michela potrebbe essere valido, mentre quello di Pietro non può esserlo. La discussione (a partire dalle tre posizioni prevalenti) potrebbe servire a qualcosa? C’è il rischio che la discussione resti a livello di OPINIONI senza portare alla luce motivi di plausibilità (o almeno di ragionevolezza) per l’efficacia del metodo di Michela. Siamo veramente ai confini delle possibilità interpretative dei bambini in termini "razionali"!?
- altri non condividono l’analisi fatta dai primi e obiettano che nella loro analisi una buona parte della classe, 13/22 più 2/22 (Michael e Luca), non appare poi così propensa alla magia:

Validi entrambi gli allenamenti

6/22

- Michael non dice che funzionano i due metodi, ma che si possono fare i due allenamenti,

- Danilo è molto dubbioso e vede entrambi molto difficili da realizzare,

- Jessika, che non prende mai decisioni, usa una formula collaudata forse nei confronti: "diversi, ma vanno bene";

Valido solo l’allenamento di Michela

6/22

Questi bambini ritengono possibile solo il metodo di Michela, forse perché è più "fisico": la mia mano può intervenire sugli oggetti concreti per spostarli…. Ada tenta anche di spiegare come ciò può succedere.

Valido solo l’allenamento di Pietro

2/22

Questi bambini scelgono il metodo di Pietro, ma uno è Pietro (!!!) e l’altro, Luca, pensa che Pietro tocchi fisicamente il dado mentre rotola!

Non validi entrambi

7/22

7/22 bambini rifiutano entrambi i metodi — normale, visto che è difficile immaginare come possa funzionare quello di Michela;

Non si esprime

1/22

 

 Questo secondo gruppo pensa che, per aiutare i bambini a sviluppare un atteggiamento possibilista nei confronti della realtà, che per quanto concreta e rasoterra ha sempre un margine di aleatorietà, sia necessario maturare delle certezze incerte, vivere in modo positivo la consapevolezza dello spazio sconfinato della nostra non-conoscenza e conservare la curiosità di andare oltre… . E una strada possibile può essere quella di entrare nel gioco come in un gioco, ragionando, parlando, ascoltando, confrontando, appassionandosi, credendoci ma non fino in fondo, lasciando a ciascuno le piccole magie in cui crede solo un po’…
L’insegnante decide di mettere in discussione il confronto fatto per vedere se il discorso si sposta sulle piccole "sorcelleries" che adulti e bambini mettono in atto o immaginano capaci di condizionare il caso.