B1. ...dai ragazzi

Prima di iniziare il sorteggio ogni bambino scrive per chi tiene e perché.
Ad esempio, Michela scrive:
Io tengo per i pari, perché si possono dividere.

Ad ogni estrazione tutti registrano in un diagramma a due barre, pari/dispari, le uscite e commentano l’andamento.

Terminati i 100 sorteggi, i bambini discutono su chi ha vinto e perché in modo molto (troppo!) razionale. Michela ad esempio dice: "Hanno vinto i pari, perché sono stati pescati di più."
Nel corso del sorteggio, invece, l’insegnante aveva notato qua e là, quasi sottobanco, gesti scaramantici, e decide di portare l’attenzione della classe su di essi.
N° estr.
PARI
DISPARI
25
11
14
50
13
12
75
13
12
100
14
11


Discussione.

Ins- Mentre facevamo il sorteggio, ho visto Roberto fare una cosa strana ogni volta che stavo per pescare un numero dal sacchetto. Roberto, vuoi spiegarci cosa facevi?
Roberto- Facevo così (si inginocchia, alza le braccia, poi si china più volte a toccare il pavimento con le dita); stavo facendo tipo gli Indiani quando sono contenti, sbattono le mani per terra e dicono "Auc, auc…".
Ins- Quindi facevi così perché eri contento? Ma io ho notato che lo facevi prima che io pescassi il numero…
Roberto- Perché facevo così… come una specie di preghiera che speravo che tirassi su un numero pari o dispari… quello che tenevo io… è per questo…
Mattia- Sì, era un tipo di preghiera per dire che sperava che tirassi il un numero che teneva lui.
Ins- Anche tu fai qualcosa quando speri che venga su un numero?
Mattia- Prego anch’io, ma non così, (congiunge le mani) così!
Ins- Chi altri fa qualcosa quando io sto per pescare?
Elisa- Io voglio dire che mi ero proprio messa a ridere, poi mi sono messa anch’io a fare come Roberto.
Luca- Io mi mettevo come Mattia delle volte, ma non sempre.
Michael- Io dicevo qualcosa nella mente… che veniva un numero dispari.
Evandro- Io facevo come Mattia, però dicevo anche "Ti prego vieni pari, vieni pari…"
Ins- Perché guardi in alto mentre dici questa cosa?
Michael- Perché lo dice a Gesù.
Evandro- No,… non guardavo con gli occhi aperti, avevo gli occhi chiusi.
Anna- Io facevo come Mattia e intanto mi dicevo una preghiera. Quella che dico alla sera quando vado a letto.
Giulia- Anch’io facevo come Mattia, però dicevo anche "Fa’ che venga dispari, fa’ che…" e intanto guardavo in alto, perché mi dà più fortuna.
Alessandro- Io dicevo che quando io… io pregavo, dicevo una preghiera e poi dicevo "Non venire dispari, non venire…", perché tenevo per i pari.
Ins- E questa frase ripetuta funziona, cioè riesce a far venire quello che volete?
Molti- Sìììììì
Alessandro- Sì, funziona.
Simone- Io invece dicevo "Vieni numero 11", perché tenevo per i dispari.
Pietro- Io però dicevo "Non venire pari, non venire…", però poi lo ero, ma porta fortuna se certe volte dico "NON VENIRE PARI"… e poi viene.
Ins- Porta fortuna dire il contrario di ciò che vuoi? Ma è un po’ come un imbroglio.Chi cerchi di imbrogliare?
Pietro- I dispari, così almeno pensano che io sono dispari, invece sono pari.
Ada- Quando era uscito il numero pari, saltavo per la contentezza. E quando era uscito un numero dispari, avevo detto "Noooooo".
Ins- Facevi anche tu qualcosa, quando io dovevo ancora pescare?
Ada- No, io aspettavo e basta.
Michael- Anch’io dicevo come Mattia, lo dicevo all’angioletto che sta dietro.
Ins- E come fa l’angioletto a farmi pescare un numero piuttosto che un altro?
Michael- Fa andare la tua mano sul numero pari.
Marco Q- Io dicevo "Vieni pari, vieni pari…" nella mente, perché l’anno scorso sceglievo sempre i dispari e veniva sempre pari, allora l’altra volta ho scelto i pari e allora ho vinto.
Ins- Ma questa filastrocca che ripetete funziona sempre?
Michael- Alcune volte.
Marco Q- Sì, perché anch’io quando tu peschi… questa frase è come se arrivasse lì dentro e ti dà il numero pari.
Jessika- Io tenevo per i pari e dicevo… quando arrivavano i pari dicevo "Meno male che è arrivato il pari!"
Ins- Ma prima, mentre aspettavi che io pescassi, dicevi qualcosa o no?
Jessika- Dicevo "Vieni pari, vieni pari…".
Aurela- Quando giochiamo a bandiera, io dico nella mia mente "Non voglio stare nella squadra dei blu, non voglio stare…"; poi se nei blu va una mia amica dico "Voglio stare con i blu, voglio stare…".
Ins- E funziona?
Aurela- Alcune volte…
Giovanni- Quando tu pescavi, io dicevo "Fa’ che venga un pari!" e se pescavi un dispari, mi buttavo in terra dal dispiacere, dopo però se usciva il pari, saltavo dalla gioia.
Ins- Ma quando voi dite "Fai…" a chi vi rivolgete? Chi deve fare questa cosa?
Giovanni- Anch’io penso a un angioletto, ma non è che questo angioletto guidava la tua mano, no! Faceva cambiare idea alla fortuna per far uscire un pari o un dispari.
Ins- E chi è, cos’è questa fortuna?
Giovanni- La fortuna guarda dappertutto quando c’è qualcosa da fare. Per esempio, quando uno ha la fortuna dalla sua, c’è… quando c’è, la fortuna si intrufola e dice "Quale scegliamo?", e dice "Questo!". Invece però nello stesso tempo c’è la sfortuna che fa venire cose brutte. Se l’angioletto, ad esempio, dice "Io faccio venire i pari", dopo invece quello della sfortuna fa venire… praticamente c’è un bottone che sceglie pari o dispari; in questo caso allora l’angioletto della fortuna ti fa andare sul pari e quello della sfortuna viceversa.
Ins- In classe c’erano bambini che tenevano per i pari e bambini che tenevano per i dispari.Come funziona allora questa storia dell’ angioletto?
Giovanni- Perché quando c’è la fortuna c’è anche la sfortuna insieme, allora…
Matteo- Io dicevo "Non venire pari, non venire…", io tenevo per i pari, ma volevo imbrogliare i dispari.
Simone- Io tenevo per i pari e quando veniva dispari, mi attaccavo a un palo (indica la gamba di un banco).
Ins- Perché?

Simone- Perché mi arrabbiavo e così poi veniva pari.
Giulia- Forse perché le gambe del tavolo sono pari e fanno venire i pari.
Mattia- Secondo me, l’angioletto non muoveva il sacchetto, ma in un certo senso entrava in te (nell’insegnante) e ti faceva pescare un numero pari o dispari.
Ins- Ma io non vedevo se la mia mano prendeva un pari o un dispari.
Mattia- No, ma l’angioletto è in un certo senso magico… non è una magia, però lui può vedere i numeri nel sacchetto, ma non è proprio magia, perché… faccio un esempio: se Dio ha creato tutto questo, non l’ha fatto con la magia, no?
Luca- Anche io a volte a casa quando gioco con i dadi, ho un gioco con dei pezzettini di legno colorati, con la punta tocco il dado così quando lo tiro viene il numero che voglio.
Roberto- Io mi ricordo, quando giocavamo a bandiera, che tutte le volte, se un mio amico era il caposquadra, il n° 1, gli dicevo "A me, a me…", lo dicevo senza voce, così nella mia testa, e poi spesso mi chiamava, perché arrivava nella testa del mio amico.
Elisa- Anch’io lo dicevo all’angioletto e l’angioletto porta la magia.
Evandro- Io facevo come Jessika che… facevo se veniva un dispari un po’ ero contento, perché non è mica una gara che vinciamo la coppa! Però se veniva pari ero proprio contento contento.
Giovanni- No, l’angioletto non porta magia. A volte porta i messaggi…
Ins- Ma se alcuni di voi pregano l’angioletto per i pari, altri per i dispari…?
Giovanni- Eh… quello che arriva per primo…
Ins- Ah, dipende da quale angioletto è più veloce!
Elisa- (ride) Ah ah ah che storia!!!
Giulia- Tutti con le preghiere, funziona funziona, e poi non vengono sempre i pari o sempre i dispari, vengono un po’ tutti. Non funziona sempre. La nostra fortuna è la sfortuna degli altri. E non funziona sempre infatti!
Ada- Dipendeva dalla classe in cui ero. L’anno scorso ero in I e tenevo per i dispari e ho vinto. Quest’anno sono in II e tenevo per i pari e ho vinto.
Marco Q- E allora vuol dire che sei fortunata!
Ada- No! Quando vado in una classe con un numero dispari tengo per i dispari…
Marco Q- Però l’angioletto non è proprio magico. E’ che lui può vedere nel sacchetto e dà una "beciccola" a un numero e ti fa venire in mano un pari o …
Giulia- Ma allora non è più un gioco di sorte, perché se l’angioletto è come una persona che vede i numeri e li prende non è più un gioco di sorte!