A. ... per l'insegnante

Se l’attività prende il via prima che i bambini siano in grado di scrivere autonomamente un testo di una certa complessità, deve essere l’insegnante a registrare quanto ogni bambino dice individualmente e in un secondo momento a rileggere alla classe quei testi che offrono argomenti di riflessione e discussione. In queste attività,tuttavia, non sono numerosi i testi scritti, è infatti molto più importante durante o alla fine di ogni gioco far discutere i bambini fra loro, perché in questo modo essi manifestano ciò che pensano e ciò che sentono e si confrontano con modi diversi di pensare il "caso" ed i condizionamenti che ciascuno attiva per dominarlo.

Durante le discussioni l’insegnante cercherà di creare un clima favorevole, affinché i bambini sentano di potersi esprimere in totale libertà, senza diventare oggetto di scherno da parte dei compagni, che non ne condividono le posizioni. La sua attenzione sarà volta a come ogni bambino ragiona, come argomenta, a cogliere le "passeggiate temporali" che queste attività tendono a forzare, dato che racchiudono in sé la percezione che ognuno ha di sé e di come va il mondo, in base a ciò che gli è successo in precedenza e alle sue attese per il futuro.

E’ importante che l’adulto sia consapevole che il gioco è molto complesso e delicato: è un intreccio tra razionalità e pensiero mistico-magico, di cui non si possono recidere le radici senza rischiare di recidere le radici del pensiero stesso (o quanto meno la fiducia di poter parlare senza censura nel gruppo classe dei propri "sentiti"). Sarà la graduale e sistematica esposizione a logiche di ragionamento diverse, allo sviluppo intorno ad esse di trame argomentative, che nel tempo potrà favorire lo strutturarsi di una mentalità probabilistica ripulita da superstizioni angoscianti e concezioni fatalistiche che possono risultare paralizzanti anche nello sviluppo dei processi cognitivi.