PIANO DI LAVORO ARTICOLATO PER APPRENDIMENTI DISCIPLINARI
EDUCAZIONE ALL'IMMAGINE

 

E' bene continuare nella classe IV (in collegamento con "Sole-Terra" e anche con "Economia") alcune attività di disegno dal vero (per approfondire -in stretto collegamento con la geometria- i problemi della rappresentazione dello spazio (vedi anche Linee metodologiche, art. di Anna Ferrara, pag. P80) e per registrare situazioni di interesse naturalistico- scientifico).

Il lavoro di educazione all'immagine in collegamento con il "Medioevo", dovrebbe essere svolto secondo le seguenti "piste":

- utilizzazione di documenti e materiali visivi (disegni, foto di monumenti) collegando l'analisi dei contenuti di interesse storico con l'analisi delle tecniche espressive utilizzate (mettendone in evidenza l'evoluzione storica- particolarmente evidente nel caso di miniature). In queste attività dovrebbero quindi integrarsi obiettivi di interesse storico con obiettivi propri dell'educazione all'immagine;

- completamento (con i colori) e esame di raffigurazioni di aspetti importanti della vita nel Medioevo; si tratta di una attività che richiede un tempo limitato, è gradita ai bambini e può veicolare importanti riflessioni storiche (vedi Linee metodologiche, da pag. P39);

- progettazione e realizzazione di illustrazioni grafiche per ambientare e visualizzare momenti significativi della storia del medioevo: si consiglia (in base a varie esperienze svolte negli scorsi anni) di procedere così:
* focalizzazione (a cura dell'insegnante) del tema;
* progettazione individuale di una immagine che illustri il tema, o un suo aspetto (a scelta del bambino);
* (eventuale) discussione dei progetti (individuale, o confrontando i progetti);
* realizzazione dei progetti (con vari consigli tecnici necessari per i progetti più complessi: in particolare, si può suggerire di preparare degli "schizzi", dei disegni preparatori per le singole parti che compongono un progetto complesso);
* analisi critica delle realizzazioni;
* eventuale revisione dei disegni (ovvero produzione di uno o più grandi disegni "della classe", coordinati dal maestro, che raccolgono le idee proposte in classe - si tratta tuttavia di una attività molto dispendiosa in termini di tempo e non facile da condurre).

Dal punto di vista storico si tratta di una attività importante perchè consente al bambino di "dare forma" a situazioni ed episodi letti o ascoltati "immedesimandosi" meglio in essi, e all'insegnante di tenere sotto controllo la correttezza della ricostruzione storica, di segnalare eventuali incongruenze, di aprire la discussione con i bambini su vari aspetti della realtà rappresentata.

Dal punto di vista dell'educazione all'immagine si tratta di una attività "creativa" significativa in quanto il bambino deve elaborare e realizzare un progetto in genere piuttosto complesso, mettendo a frutto le tecniche e le capacità progettuali sviluppate nel primo ciclo con il disegno dal vero.
Si raccomanda tuttavia di limitare il tempo dedicato a queste attività, significative ma pur sempre di portata formativa limitata se confrontata con altre attività che abbiamo descritto nell'ambito della lingua, delle scienze e della storia.

In una prospettiva di "educazione all'immagine" non necessariamente collegata ai temi del curriculum, ma finalizzata alla libera fruizione dell'opera d'arte (in parallelo al lavoro sull'opera letteraria) è importante continuare, in IV, il lavoro su alcune opere d'arte (ancora: impressionisti) attraverso le tappe dell'osservazione, della lettura collettiva (discussione guidata dall'insegnante), della riproduzione del quadro.
A questo proposito si segnala un'esperienza molto significativa (la discussione in classe sul quadro di Munch, "L'urlo"), condotta in una classe IV di Pinerolo (ins. Anna Ferrara, a.s. 96/97). La classe negli anni precedenti aveva svolto nella sua interezza il Progetto, dando sin dalla prima classe spazio ed importanza alla lettura dell'opera d'arte (vedi Vol. I del Rapporto Tecnico).

E' a disposizione, su richiesta da inviare al Dipartimento di Matematica, Università di Genova, presso il prof. Paolo Boero, la viedeocassetta che documenta tutta la discussione. Di seguito si riportano sinteticamente le modalità di lavoro e gli aspetti più rilevanti e significativi emersi. Se ne consiglia la visione perchè solo tramite essa si può cogliere nella sua completezza il significato dell'attività.

L'attività in classe si è articolata così:
- sulle pareti della classe sono state appese in più punti (in modo da favorirne la visione dalle diverse angolature) numerose riproduzioni a colori del quadro; i bambini avevano inoltre a disposizioni sui banchi alcune riproduzioni più piccole;
- l'insegnante non ha fornito loro nè il titolo dell'opera, nè ha dato alcuna informazione circa l'autore;
- la discussione si doveva svolgere ordinatamente, consentendo ad ognuno di intervenire, rispettandone gli spazi di elaborazione delle idee, mentre l'insegnante annotava gli interventi;
- solo al termine della discussione l'insegnante ha comunicato il titolo del quadro, il nome dell'autore e ha fornito ai bambini anche le informazioni che l'autore stesso ha scritto riguardo al suo quadro;
- successivamente i bambini sono stati invitati a riprodurre autonomamente l'opera.
La consegna iniziale è stata semplicemente quella di invitare i bambini a comunicare ciò che vedevano e ciò che l'opera faceva venire loro in mente.
Durante la discussione, della durata di ben 90 minuti circa carichi di "tensione", i bambini sono passati dal leggere nel quadro la sorpresa, espressa con l'urlo ( che il protagonista sente "per qualcosa che lo terrorizza" o che emette "lo vuole mandare fuori, ma non lo vuole sentire"), ad avvertire "il mistero che si diffonde in tutti gli altri elementi del quadro". La lettura dei "segni" che il pittore ha usato si è da subito intrecciata con la ricerca di che cosa il pittore ha voluto rappresentare, per giungere all'interpretazione dell'opera. Infatti, nel susseguirsi degli interventi, si è passati dallo "stupore" al "tormento" e allo "spavento" ("l'uomo si sta liberando dalla paura che ha avuto prima", "vede qualcosa che gli fa ricordare .... è spaventato per quello che ha dentro nei suoi pensieri"), per giungere al "simbolo" ("quel ponte è il ponte della vita; la persona che è davanti sta per morire, le persone che sono dietro sono a metà cammino; lui ha paura della morte"; "anche il cielo ha paura della morte"; "è tutto scuro, anche il cielo"; "è la fine della giornata, la fine della vita. Forse voleva rappresentare la morte, la paura della morte"; "vuole usare gli occhi e la voce come non aveva mai fatto perchè sta per perderli").
Questi 90 minuti non sono stati forse un vero investimento culturale, nel suo significato più autentico di arricchimento della persona?