ARTICOLAZIONE DEL PIANO DI LAVORO IN UNITA' DIDATTICHE

Come per le altre classi, l'articolazione del piano di lavoro in unità didattiche "tematiche" riguardanti la realtà ha  motivazioni (su cui ci soffermeremo nel volume VI di questo Rapporto Tecnico) che possono essere così sintetizzate:
-  dare senso e continuità  alle attività svolte in classe;
- collegare in modo sistematico e organico l'apprendimento disciplinare alle sue utilizzazioni (in particolare, extrascolastiche), creando anche risonanze produttive tra lavoro in classe ed experienze extrascolastiche;
-  utilizzare a fondo situazioni significative per il lavoro di costruzione dei  concetti (sotto l'ipotesi che i concetti matematici, linguistici, storici, ecc. siano costituiti di "significati" che si acquisiscono affrontando opportune situazioni che li veicolano). 
Le unità didattiche "tematiche" non sono quindi una scelta opzionale, ma costituiscono il carattere distintivo del progetto e un aspetto qualificante dell'impegno dell'insegnante. Nella classe II come nelle altre classi molteplici esperienze degli scorsi anni indicano chiaramente che la perdita, o anche solo la sottovalutazione, di questo  aspetto del progetto producono cadute nei livelli di apprendimento soprattutto per gli apprendimenti più impegnativi.
In particolare, per la classe II  appaiono cruciali i seguenti "intrecci" tra obiettivi disciplinari e attività operative e conoscitive riguardanti la realtà:
- lo sviluppo delle competenze linguistiche complesse (connesse con la padronanza delle successioni temporali, della contemporaneità, dei primi nessi causali...) e della riflessione linguistica attraverso il lavoro sulle macchine e sulle produzioni previsto in "Tempo della natura e delle attività umane" e in "Economia: produzioni in classe"
-   l'acquisizione dei  significati   della sottrazione (vedi articolo di Rondini) e della divisione "di contenenza" e l'approccio alla risoluzione dei problemi (anche a più operazioni) attraverso le situazioni problematiche indicate per le varie unità didattiche;
- l'approccio alle misure di lunghezza realizzato attraverso situazioni di registrazione e confronto (come quelle che si presentano naturali nelle semine in classe e nella "Storia del  bambino");
-  l'approccio ai problemi di rappresentazione bidimensionale dello spazio attraverso il lavoro previsto sui "percorsi";
-   l'approccio alla storia (documenti, carattere "sociale" dell'esperienza individuale, linea del tempo) attraverso le attività previste nella "Storia del  bambino".

Per quanto riguarda le unità didattiche della classe II, si raccomanda di rispettare le proporzioni temporali e la successione cronologica delle attività indicate nello "Sviluppo temporale del piano di lavoro". Naturalmente si tratta di indicazioni "in linea di massima",  corrispondenti a una valutazione di tempi "medi" e di collocazioni "medie" nel corso dell'anno ricavata dall'esame della documentazione relativa al lavoro svolto in parecchie classi negli ultimi anni. Dalle documentazioni esaminate risulta peraltro che gli insegnanti possono variare sensibilmente la collocazione  delle diverse attività nel corso dell'anno in relazione alla situazione climatica e ad altre circostanze, senza che questo comprometta i risultati di apprendimento finali.

Si richiamano  infine i punti salienti delle  diverse unità didattiche, che connotano il piano di lavoro e consentono di raggiungere gli obiettivi di apprendimento disciplinbare prima descritti.